Concordato preventivo biennale 2025-2026: flop adesioni
Concordato preventivo biennale 2025-2026: solo 40.000 adesioni. Flop che mette a rischio il taglio dell’Irpef e riapre il nodo proroghe.


Il Concordato preventivo biennale 2025-2026 registra solo 40.000 adesioni su 2,6 milioni di partite IVA coinvolgibili. Un risultato definito un vero flop, che riaccende i dubbi sulla sostenibilità del promesso taglio dell’Irpef.
Dati sulle adesioni al concordato
Il Concordato preventivo biennale ha attirato appena 40.000 partite IVA, un numero molto basso rispetto alla platea potenziale di 2,6 milioni. Già nell’edizione 2024-2025 si era parlato di scarso appeal, ma con 584.000 adesioni il bilancio era stato meno negativo. Stavolta, invece, il crollo appare evidente, anche perché i forfettari non hanno potuto aderire, mentre lo scorso anno era stata prevista una possibilità straordinaria.
Secondo i primi dati, chi ha scelto il CPB 2025-2026 presenta indici ISA più elevati, con redditi incrementali bassi e un carico fiscale inferiore rispetto a chi ha valori ISA più bassi. Tuttavia, il sostanziale disinteresse delle partite IVA rischia di mettere in discussione l’intera manovra di sostegno fiscale.
Effetti del flop e ipotesi di proroga
Nonostante la campagna informativa, anche televisiva, e l’offerta di un condono fiscale per gli aderenti, il risultato è stato deludente. Ora il tema centrale riguarda le conseguenze: il flop potrebbe compromettere la copertura necessaria per il promesso taglio dell’Irpef.
Il viceministro Maurizio Leo ha escluso proroghe dei termini di adesione, ma già nel 2024 una dichiarazione analoga era stata smentita dai fatti. Non è quindi escluso che anche per il 2025-2026 si possa riaprire una finestra, anche se stavolta non ci sono state richieste ufficiali di proroga da parte dei Commercialisti.
Il Concordato preventivo biennale 2025-2026 segna numeri minimi di adesione, lontani dalle attese del Governo. Il flop rischia di mettere in discussione la tenuta del promesso taglio dell’Irpef, mentre restano incerte le prospettive su eventuali proroghe.