Concorso dirigenti scolastici: la protesta del nuovo Comitato
I vincitori del concorso dirigenti scolastici chiedono tutele e il rispetto delle regole contro il blocco dei posti riservati.
Si accende il dibattito sul concorso dirigenti scolastici con la nascita di un nuovo organismo rappresentativo di oltre centoventi vincitori e idonei. Il gruppo chiede il rispetto della normativa vigente e si oppone a modifiche postume che favorirebbero i riservisti a discapito della procedura ordinaria, invocando la tutela del merito e la certezza delle regole concorsuali.
Le ragioni della mobilitazione per il concorso dirigenti scolastici
La nascita del Comitato, che unisce oltre centoventi vincitori e idonei della procedura ordinaria 2023, rappresenta una risposta necessaria contro il tentativo di modificare le regole concorsuali a procedura ormai conclusa. I membri di questo gruppo, slegati da qualsiasi appartenenza partitica o sindacale, si sono organizzati autonomamente per difendere la legalità e chiedere il rispetto delle norme che regolano l'accesso alla dirigenza scolastica in Italia. Il nodo centrale della questione riguarda i posti assegnati in eccesso alla procedura riservata, i quali dovrebbero essere restituiti al concorso ordinario per riequilibrare le assunzioni su base regionale come previsto dai decreti iniziali. Un ordine del giorno parlamentare rischia tuttavia di cancellare questo meccanismo di compensazione, modificando gli accordi iniziali e penalizzando chi ha superato la selezione ordinaria.
Le conseguenze del blocco sui vincitori ordinari
Se la proposta di bloccare la restituzione dei posti dovesse concretizzarsi durante la conversione in legge del decreto, si verificherebbe un danno incalcolabile per i vincitori dell'ordinario che verrebbero ingiustamente scavalcati nelle immissioni in ruolo. Molti candidati rischierebbero infatti di non essere assunti immediatamente, subendo la precedenza dei partecipanti alla graduatoria riservata nonostante abbiano regolarmente superato tutte le prove selettive previste dal bando di concorso. Parallelamente, emerge la richiesta degli idonei di essere inseriti in una lista permanente ad esaurimento, analogamente a quanto concesso ai colleghi della procedura straordinaria precedente per garantire parità di trattamento. Tale disparità violerebbe l'equità, rischiando di innescare un vasto contenzioso amministrativo che rallenterebbe l'assegnazione dei dirigenti agli istituti scolastici ancora privi di una guida stabile.
La difesa dei principi costituzionali e del merito
Il Comitato sottolinea che le regole di un bando pubblico non possono essere considerate opinabili o modificabili ex post, poiché costituiscono l'unico presidio di trasparenza e legalità per chi partecipa alle selezioni statali. Cambiare le condizioni di reclutamento a giochi fatti significherebbe tradire il principio di affidamento e minare la credibilità delle istituzioni agli occhi di chi ha investito anni di studio e preparazione professionale. La protesta si ancora saldamente all'articolo 97 della Costituzione, che impone l'accesso agli impieghi pubblici tramite concorso per garantire il merito comparativo e l'imparzialità dell'azione amministrativa. È indispensabile che la politica rispetti gli impegni presi senza cedere a pressioni, garantendo a tutti i partecipanti la certezza del diritto e il rispetto delle graduatorie legittimamente formate secondo i criteri originari.