Conflitto di interessi: etica pubblica e prevenzione, che fine hanno fatto?
L'analisi della gestione del conflitto di interessi nella PA e l'importanza dell'etica pubblica per la fiducia dei cittadini.
Il tema del conflitto di interessi e dell'etica pubblica non è riservato agli specialisti, ma incide sulla fiducia dei cittadini nelle istituzioni. Riguarda la gestione imparziale del potere, distinguendo l'uso legittimo dall'abuso. Questo articolo analizza la prevenzione del rischio, le definizioni e gli strumenti normativi per garantire il bene comune.
Etica pubblica e imparzialità: i fondamenti della PA
L'etica pubblica rappresenta un concetto fondamentale che trascende la mera osservanza delle normative vigenti, configurandosi come la consapevolezza della responsabilità derivante dall'esercizio del potere nell'interesse collettivo, come evidenziato anche dagli articoli 97 e 98 della Costituzione. È essenziale distinguere tra la legalità formale e l'opportunità etica, poiché i funzionari pubblici sono chiamati a operare al servizio della collettività, restando estranei a influenze che possano deviare le loro decisioni dal perseguimento dell'interesse generale.
L'imparzialità, come sottolineato dal Presidente Mattarella, è la condizione imprescindibile per il buon andamento amministrativo, permettendo una ponderata valutazione degli interessi coinvolti. Questa imparzialità deve essere non solo praticata ma anche percepita esternamente, poiché la fiducia dei cittadini si basa anche sull'apparenza di neutralità dell'azione amministrativa, un pilastro della buona amministrazione. Il conflitto di interessi, d'altra parte, si manifesta quando un soggetto che esercita una funzione pubblica detiene un interesse privato che potrebbe, anche solo in via potenziale, interferire con il suo dovere di agire in modo obiettivo e imparziale.
Le forme del conflitto di interessi e i rischi sistemici
La normativa e la dottrina distinguono accuratamente tra conflitto reale, quando l'interferenza dell'interesse privato è attuale e diretta in una specifica decisione, e conflitto potenziale, che si verifica quando una situazione potrebbe evolvere in un conflitto reale. Esiste inoltre il conflitto apparente, forse il più insidioso per la credibilità istituzionale, che emerge quando, pur in assenza di un conflitto reale, la percezione pubblica è sufficiente a minare la fiducia nell'imparzialità dell'amministrazione.
Un tema delicato in questo contesto è quello dello spoil system, il quale, se da un lato mira a garantire coerenza tra vertice politico e dirigenza, dall'altro introduce il rischio concreto di sostituire la competenza con la fedeltà politica, minando la neutralità richiesta. È fondamentale che i funzionari, anche se scelti fiduciariamente, mantengano un'immagine e una sostanza di imparzialità per tutelare la parità di trattamento di tutti i cittadini, come richiesto dai principi costituzionali.
Prevenzione, trasparenza e obbligo di astensione
L'ordinamento italiano, con la Legge 190/2012, ha segnato una transizione cruciale da un approccio meramente repressivo a un modello sistemico di prevenzione del rischio corruttivo, in linea con le raccomandazioni internazionali. Strumento cardine di questa strategia è il Piano Integrato di Attività e Organizzazione (PIAO), che obbliga le amministrazioni a una rigorosa mappatura dei processi a rischio e alla definizione di misure organizzative specifiche. In questo quadro, il Responsabile per la prevenzione (RPCT) assume un ruolo nevralgico di vigilanza, mentre l'obbligo di astensione previsto dall'art. 6-bis della L. 241/1990 impone al dipendente di segnalare immediatamente ogni situazione di conflitto, anche solo potenziale.
La trasparenza amministrativa, disciplinata dal D.Lgs. 33/2013, agisce come pilastro fondamentale di questo sistema, consentendo un controllo democratico diffuso che riduce le aree di opacità e rafforza l'accountability.