Contratto istruzione e ricerca: la FLC CGIL non firma il rinnovo, ecco perchè
La FLC CGIL decide di non firmare il contratto istruzione e ricerca per tutelare i salari e il potere d'acquisto dei lavoratori.
La FLC CGIL ha ufficializzato il rifiuto di sottoscrivere il contratto istruzione e ricerca 2022-2024. La decisione segue una consultazione dei lavoratori che ha evidenziato retribuzioni insufficienti rispetto all'inflazione e alla necessaria valorizzazione del settore.
Le ragioni del no al contratto istruzione e ricerca
La sigla sindacale motiva la mancata sottoscrizione denunciando un recupero parziale dell'inflazione che penalizza fortemente il personale scolastico. Secondo la nota ufficiale, l'accordo non compensa la perdita di potere d'acquisto registrata nell'ultimo triennio e il sindacato sottolinea come la scelta sia un atto di coerenza verso il mandato ricevuto dalla base associativa durante le numerose assemblee realizzate sul territorio nazionale.
Criticità salariali e prospettive future
Il sindacato punta il dito contro le politiche governative che avrebbero programmato una riduzione reale degli stipendi per oltre un milione di dipendenti pubblici. Le richieste per il prossimo triennio si focalizzano su alcuni punti fondamentali per la tutela della categoria:
Stanziamento di risorse adeguate al tasso inflattivo reale.
Pieno riconoscimento della professionalità docente e amministrativa.
Allineamento degli stipendi alla media della pubblica amministrazione.
L'obiettivo principale resta quello di ottenere una maggiore valorizzazione in contesti come università, enti di ricerca e accademie, superando l'attuale divario retributivo che penalizza il comparto. La sigla chiede che il Governo si faccia carico di colmare il gap economico garantendo un recupero inflattivo totale per i lavoratori con le retribuzioni più basse del settore pubblico.
Il link alla nota ufficiale FLC CGIL