Crepet: 'Aiutate i figli a scoprire chi sono, non chi devono essere'
Crepet sottolinea l’importanza dell’educazione che favorisce l’autonomia e la libertà dei giovani, invitando adulti a sostenerli senza limitarli
Durante una recente conferenza, Paolo Crepet ha riflettuto sull’educazione come percorso di liberazione e non di controllo. Citando Maria Montessori, ha posto l’accento sulla centralità dell’infanzia e sul ruolo di adulti e genitori nel favorire l’autonomia e la scoperta del talento individuale, senza imporre protezioni che limitano la crescita
Infanzia e scoperta del talento
Nel suo intervento, Crepet ha ricordato un principio cardine del pensiero montessoriano: “Il talento è in tutti i bimbi, il problema è tirarlo fuori”. L’infanzia, per lo psichiatra, rappresenta una fase decisiva per individuare e coltivare le risorse interiori. In questo processo, il compito dell’adulto non è quello di sostituirsi al bambino, bensì di accompagnarlo con rispetto e fiducia, permettendogli di sperimentare le proprie inclinazioni e trovare una strada personale. La vera educazione consiste nel far emergere ciò che è già presente, non nel imporre un modello esterno.
Crepet: il rischio della protezione eccessiva
Affrontando il passaggio all’adolescenza, Crepet ha denunciato una crescente iper-protezione da parte dei genitori. Molti adulti intervengono costantemente nella vita dei figli, anticipando ogni bisogno e evitando loro qualsiasi rischio o fatica. Questo atteggiamento, pur mosso da buone intenzioni, ha come effetto quello di inibire lo sviluppo dell’autonomia, rendendo difficile per i ragazzi affrontare frustrazioni, conflitti e responsabilità. I figli crescono con l’idea che qualcun altro debba sempre salvarli, limitando così la fiducia in sé stessi.
Giovani fragili e cultura della dipendenza
Secondo Crepet, una tale impostazione educativa genera giovani adulti insicuri e dipendenti, incapaci di affrontare scelte autonome o di gestire in modo costruttivo l’incertezza. L’assenza di esperienze dirette, di errori vissuti e superati, impedisce la costruzione di una personalità solida. In questo contesto prende forma una vera e propria cultura della dipendenza, in cui l’iniziativa personale viene scoraggiata e sostituita da continue richieste d’aiuto. Il risultato è una generazione che fatica a sognare, a progettare, a mettersi in gioco davvero.
Crepet: un’educazione alla libertà
Crepet ha rivolto il suo messaggio sia ai genitori che ai ragazzi. Ai giovani ha detto: “Correte dietro alle vostre idee, sognate”. Agli adulti ha invece ricordato che “siete insegnanti di volo, non donatori di piombo”, invitandoli a non frenare il desiderio di libertà ma a offrirgli ali per prendere quota. Educare, in questa prospettiva, significa donare strumenti per esplorare il mondo, non trattenere per paura. L’autonomia si costruisce nel tempo, attraverso esperienze reali e fiducia concessa, non attraverso divieti e controlli costanti. “Ringraziate la vita e siate liberi”, ha concluso, richiamando il senso profondo del vivere e dell’educare