Depressione tra i giovani: la risposta arriva dai banchi di scuola
Un programma scolastico in Giappone aiuta gli studenti a gestire emozioni e la depressione, riducendo i sintomi con 11 sessioni guidate.


Contro la crescente depressione tra gli adolescenti, il Giappone ha trovato una risposta rivoluzionaria proprio dove tutto ha inizio: tra i banchi di scuola. Dimenticate pillole e terapie d’urto. Un nuovo approccio educativo, testato con successo a Hiroshima, propone un modello strutturale e replicabile che punta sull’intelligenza emotiva e le competenze relazionali. E i dati parlano chiaro.
Depressione e il programma MIRaES: quando la prevenzione si fa in classe
Il programma MIRaES (Mastery of Interpersonal Relationships and Emotional Skills), sviluppato dall’Università di Hiroshima, è stato sperimentato su 120 studenti delle scuole superiori e ha ottenuto risultati sorprendenti. Pubblicato sulla rivista Children and Youth Services Review, lo studio dimostra come un intervento annuale, integrato nel curriculum scolastico, sia in grado di contrastare l’insorgenza dei sintomi depressivi.
“Serve una palestra emotiva permanente”, afferma Akiko Ogata, principale autrice della ricerca, ribaltando l’idea che la salute mentale giovanile vada affrontata solo con interventi temporanei o emergenziali.
Numeri che parlano: l’impatto delle 11 sessioni
Il cuore del programma consiste in 11 sessioni tematiche guidate da psicologi clinici in collaborazione con gli insegnanti. Chi ha completato almeno l’80% del percorso ha mantenuto stabili i punteggi nella Scala CES-D per la depressione. Al contrario, chi ha interrotto prima ha registrato un peggioramento del 17%.
I moduli si sono concentrati su quattro aree chiave:
- Tecniche di assertività
- Ristrutturazione cognitiva dei pensieri disfunzionali
- Gestione della rabbia
- Problem-solving interpersonale
“Prima reagivo con l’autosabotaggio. Ora riesco a vedere le difficoltà da una nuova prospettiva”, racconta uno studente. Il segreto? “L’allenamento continuativo”, spiega Kohei Kambara, coautore dello studio. “Come nello sport, solo la pratica costante porta risultati duraturi.”
Un modello per il mondo: l’esportabilità del MIRaES
Con il 47% degli adolescenti globali che mostra segnali di disagio psicologico, secondo i dati OMS 2024, il MIRaES rappresenta una possibile risposta strutturale e replicabile a livello internazionale.
Il suo successo si fonda su tre pilastri operativi:
- Integrazione orizzontale con le materie scolastiche, come filosofia e scienze motorie
- Formazione ibrida, con la collaborazione tra docenti e psicologi
- Monitoraggio costante, grazie a valutazioni trimestrali che permettono l’adattamento del percorso
“È la risposta strutturale che mancava”, sottolinea ancora Kambara.
Verso una nuova scuola: il ruolo centrale della salute mentale
Il Ministero dell’Istruzione giapponese sta ora valutando l’estensione del programma a livello nazionale. Se approvato, il MIRaES potrebbe trasformare la scuola in un vero e proprio presidio di salute mentale, capace di prevenire il disagio prima che diventi patologia. In un’epoca in cui gli adolescenti faticano a trovare equilibrio, la scuola potrebbe finalmente offrire non solo istruzione, ma anche strumenti per affrontare la vita.