Digitale precoce, il paradosso dei figli dei guru tech che crescono senza schermi: la tecnologia ruba tempo alla crescita
L’uso precoce del digitale mette a rischio l’infanzia. Serve una nuova alleanza educativa per proteggere lo sviluppo cognitivo e relazionale dei bambini
L’infanzia è in pericolo, schiacciata da un mondo che corre troppo in fretta e che spinge verso una precoce esposizione alla tecnologia. È il monito lanciato in un recente intervento pubblico, in cui viene denunciato l’eccesso di digitale nella vita dei bambini. Occorre recuperare tempi lenti, relazioni autentiche e consapevolezza educativa per proteggere lo sviluppo dei più piccoli
Digitale: la fretta contro la lentezza evolutiva
Nel contesto digitale di oggi, la velocità ha sostituito la scoperta lenta e consapevole. I bambini, per natura, apprendono attraverso la lentezza: è in quel ritmo che trovano spazio relazioni profonde, dialogo e attenzione. L’utilizzo dei motori di ricerca in sostituzione del vocabolario cartaceo è simbolo di una trasformazione che elimina la fatica utile del conoscere, rimpiazzandola con soluzioni istantanee che depotenziano il percorso cognitivo.
Il cervello come DAS: modellabile, ma solo se stimolato
Durante l’infanzia, il cervello è altamente plastico. Come il DAS, resta malleabile se lo si lavora, ma si irrigidisce se lasciato inattivo. Le tecnologie, se usate senza criterio, riducono le occasioni di attivazione cerebrale, ostacolando la formazione delle connessioni neuronali. Non a caso, nella Silicon Valley molte famiglie scelgono scuole senza dispositivi, preferendo l’analogico per stimolare immaginazione, linguaggio e attenzione.
Scuola e famiglia: confini chiari per un uso sano
Un esempio citato è l’uso eccessivo del registro elettronico nelle scuole medie, che ha sostituito il diario cartaceo, fondamentale per la pianificazione e la memoria a lungo termine. Viene proposta l’idea di una scuola “smartphone-free”, in cui la relazione e l’esperienza diretta tornino centrali. Allo stesso modo, la famiglia deve posticipare l’uso dello smartphone almeno ai 14 anni, ponendo regole chiare: se la tecnologia isola e riduce l’interesse per la lettura e le uscite, serve un ripensamento immediato.
Digitale: strumento o ostacolo allo sviluppo?
Il messaggio non è contro la tecnologia, ma contro l’uso inconsapevole e indiscriminato. Il digitale non è il nemico, ma un fattore di rischio da saper governare. La vera sfida è ricostruire ambienti educativi in cui i bambini possano crescere senza delegare agli schermi il compito di educare alla vita. Serve una nuova alleanza tra scuola e famiglia, capace di proteggere l’infanzia senza cadere nel tecnofobismo.