Disagio giovanile: ripensare la valutazione dopo la scomparsa della studentessa di Latina
La tragica morte di una studentessa a Latina solleva il problema del disagio giovanile. Un appello del CNDDU per riformare la valutazione scolastica.
La tragica scomparsa di una studentessa di Latina ha riacceso il dibattito sul disagio giovanile legato al mondo della scuola. Il Coordinamento Nazionale Docenti Diritti Umani (CNDDU) evidenzia l'urgenza di una riflessione profonda sui metodi di valutazione scolastica, affinché questi non siano più vissuti come una condanna, ma come un'occasione di crescita e comprensione.
Il peso della valutazione scolastica nel disagio giovanile
L'esperienza scolastica può trasformarsi in un'arena di giudizio, dove la valutazione assume un peso sproporzionato. Un voto negativo, specialmente nell'età della fragilità adolescenziale, rischia di diventare un'etichetta indelebile. Comunicare un insuccesso tramite un'email impersonale, come sottolineato dal CNDDU, amplifica il senso di solitudine e smarrimento dello studente. Questo approccio priva il momento valutativo della sua componente umana e pedagogica, trasformandolo in una mera sentenza burocratica. Il fallimento scolastico non deve mai diventare sinonimo di fallimento esistenziale. Per questo, è fondamentale che i docenti siano formati per una comunicazione empatica, capace di contestualizzare il risultato e di aprire un dialogo costruttivo.
Da sanzione a strumento di crescita: come dovrebbe cambiare la valutazione
È necessario un cambio di paradigma culturale nel concepire la valutazione. Secondo il CNDDU, la bocciatura non può essere uno strumento puramente punitivo, ma deve diventare un'opportunità per riorientare e sostenere lo studente. La scuola ha il compito di misurare le competenze, ma anche quello di incoraggiare, proporre percorsi alternativi e valorizzare i punti di forza individuali. L'obiettivo educativo primario dovrebbe essere quello di insegnare la resilienza, ossia la capacità di trasformare l'errore in un'occasione di apprendimento e di ripartenza. Solo in questo modo la valutazione diventa uno strumento di crescita autentico, che accompagna lo studente nel suo percorso senza stigmatizzarlo. Un adeguato supporto psicologico è cruciale in questo processo.
Un appello a istituzioni e comunità
La responsabilità di prevenire queste tragedie non è unicamente della scuola. Il CNDDU lancia un appello al Ministero dell’Istruzione e alle istituzioni per un intervento strutturale e urgente. Vengono richieste iniziative concrete come l'istituzione di sportelli di ascolto psicologico permanenti e la promozione di percorsi di educazione emotiva curriculari. La formazione dei docenti alla comunicazione non violenta e all'empatia è un altro pilastro fondamentale. Tuttavia, è l'intera società a dover collaborare per creare una rete di sostegno efficace. Famiglie, enti locali e comunità educanti devono agire in sinergia per intercettare il disagio prima che diventi ingestibile, restituendo centralità all'ascolto e al dialogo.