Dottorati e ricerca: arrivano i nuovi incarichi post-doc e per laureati

Approvati due nuovi incarichi per giovani ricercatori: post-doc per dottori di ricerca e incarichi di ricerca per neolaureati, con tutele e compensi garantiti.

21 maggio 2025 10:33
Dottorati e ricerca: arrivano i nuovi incarichi post-doc e per laureati - Ricercatrice
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Un emendamento al Ddl PNRR Scuola introduce due nuove tipologie di incarico per rafforzare la ricerca in Italia: post-doc per dottori di ricerca e incarichi di ricerca per neolaureati magistrali. L’obiettivo è colmare il divario tra formazione e carriera scientifica, offrendo tutele, retribuzioni dignitose e continuità professionale.

Due nuovi strumenti per sostenere i giovani ricercatori

La Commissione Cultura del Senato ha approvato l’introduzione di due nuove figure contrattuali: l’incarico post-doc e l’incarico di ricerca, nel contesto del Ddl PNRR Scuola 45/25. La misura punta a rafforzare l’accesso e la permanenza nel sistema nazionale della ricerca, integrando il contratto di ricerca già istituito nel 2022. Si tratta di un intervento strategico che mira a strutturare percorsi professionali più stabili e progressivi per i giovani ricercatori italiani, ancora oggi penalizzati da precarietà e frammentazione contrattuale.

Incarichi post-doc: per dottori di ricerca, più flessibilità e tutele

Gli incarichi post-doc sono riservati esclusivamente ai titolari di un dottorato di ricerca. Prevedono un contratto a tempo determinato da uno a tre anni, con retribuzioni definite come “adeguate” e copertura completa previdenziale e assistenziale. Questo strumento intende favorire la continuità occupazionale dopo il dottorato, evitando l’interruzione dei percorsi scientifici o la fuga dei talenti all’estero. L’incarico post-doc valorizza l’esperienza maturata durante il dottorato, offrendo un contesto più stabile rispetto a borse e assegni di ricerca e aprendo le porte a una progressiva strutturazione del profilo accademico.

Incarichi di ricerca: prima esperienza per laureati magistrali

Pensati per i laureati magistrali o a ciclo unico da non più di sei anni, gli incarichi di ricerca rappresentano un primo accesso formale al mondo della ricerca. Previsti sotto la guida di un tutor, offrono compensi minimi stabiliti dal Ministero e tutele contrattuali, costituendo una via d’ingresso qualificata al sistema scientifico nazionale. La figura mira a contrastare la dispersione dei giovani neolaureati, offrendo una possibilità concreta di avvio alla carriera accademica o nel settore dell’innovazione, anche extra-universitario. Si tratta di un ponte tra formazione universitaria avanzata e ricerca applicata, rafforzando il legame tra università e società.

Verso un ecosistema più equo e competitivo

Con l’introduzione degli incarichi post-doc e di ricerca, il legislatore intende promuovere un sistema della ricerca più attrattivo, inclusivo e competitivo, in linea con gli obiettivi europei. I nuovi strumenti superano modelli precari e discontinui, offrendo forme di inserimento professionale più stabili e riconosciute. Insieme al contratto di ricerca del 2022, queste novità costruiscono una filiera articolata per lo sviluppo delle carriere scientifiche, basata su criteri di merito, tutela e progressione. L’investimento sui giovani ricercatori diventa così una priorità strategica per la crescita del capitale umano e della capacità innovativa del Paese.