Educazione all'affettività: ancora polemiche di AVS e M5S al ddl Valditara

L'educazione all'affettività a scuola scatena il dibattito sul consenso informato; M5S e AVS criticano la proposta della maggioranza.

A cura di Scuolalink Scuolalink
12 novembre 2025 10:30
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Camera dei Deputati
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La proposta di introdurre l'educazione all'affettività nelle scuole, subordinandola al consenso informato delle famiglie, sta generando un acceso dibattito politico. Il ddl, sostenuto dalla maggioranza di governo, incontra la ferma opposizione di partiti come M5S e AVS. I critici sollevano dubbi di costituzionalità e temono un indebolimento del ruolo scolastico. Questo articolo analizza le posizioni in campo.

Il ddl sul consenso informato e la visione della maggioranza

Il dibattito parlamentare si è infiammato attorno al disegno di legge che mira a regolamentare l'introduzione di percorsi di educazione affettiva e sessuale all'interno degli istituti scolastici italiani. La proposta legislativa introduce un elemento centrale, ovvero l'obbligo del consenso informato preventivo da parte dei genitori o dei tutori legali, affinché gli studenti possano partecipare a tali attività formative. L'intento dichiarato dalla maggioranza che sostiene il provvedimento è quello di garantire il primato educativo della famiglia, permettendo ai genitori di visionare i contenuti e decidere se siano allineati ai propri valori. Questa visione poggia sull'idea che temi sensibili debbano essere trattati con la supervisione familiare attiva.

Le critiche di AVS all'educazione all'affettività filtrata

Alleanza Verdi e Sinistra, attraverso l'onorevole Nicola Fratoianni, critica aspramente il provvedimento, definendolo un tentativo di demolire la cultura del rispetto che la scuola ha il compito di promuovere. Il deputato solleva preoccupazioni specifiche riguardo ai casi in cui le famiglie, per motivi religiosi o pregiudizi, neghino il consenso, minando così la capacità della scuola di contrastare stereotipi dannosi. Fratoianni sostiene che la scuola sia il luogo formativo designato per superare le differenze culturali, una funzione fondamentale dell'istituzione che questo ddl rischierebbe di vanificare, accusando la maggioranza di un approccio oscurantista.

I dubbi di costituzionalità sollevati dal M5S

Anche il Movimento 5 Stelle, tramite la deputata Anna Laura Orrico, si unisce alle critiche, definendo il disegno di legge sul consenso informato come palesemente incostituzionale e oscurantista. Secondo l'onorevole, la legge calpesterebbe il principio di uguaglianza tra gli studenti, creando forti disparità nell'accesso all'educazione affettiva e sessuale in base alle decisioni della famiglia di provenienza. Orrico evidenzia inoltre una presunta violazione dell'obbligo scolastico e dell'autonomia scolastica, colpendo anche il diritto alla salute, poiché l'educazione sessuale è vista come strumento di prevenzione e un attacco al sistema educativo democratico.

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