Educazione sessuale: Meloni difende il primato della famiglia

La Premier ad Atreju ribadisce che l'educazione sessuale spetta alla famiglia e sostiene il consenso informato per i corsi a scuola.

15 dicembre 2025 08:30
Educazione sessuale: Meloni difende il primato della famiglia - Giorgia Meloni
Giorgia Meloni
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Il dibattito sull'educazione sessuale nelle scuole torna centrale. Giorgia Meloni, intervenendo ad Atreju, ha ribadito che il primato educativo spetta alla famiglia. Lo Stato non deve sostituirsi ai genitori in materie così delicate, difendendo la scelta del consenso informato preventivo.

Il ruolo della famiglia nell'educazione sessuale

Nel suo intervento, il Presidente del Consiglio ha tracciato una netta linea di demarcazione riguardo le competenze pedagogiche. Secondo la Premier, i figli non appartengono allo Stato né a specifiche ideologie, ma sono responsabilità esclusiva delle loro madri e dei loro padri. Le istituzioni pubbliche devono limitarsi a sostenere il nucleo familiare senza mai sovrapporsi ad esso. La norma sul consenso informato diventa quindi lo strumento essenziale per garantire la libertà educativa dei genitori. Un governo che ignora questo limite, secondo Meloni, viola i propri confini istituzionali invadendo indebitamente la sfera privata.

Disparità nella tutela dei minori

Il discorso ha toccato anche le presunte incongruenze nell'applicazione delle tutele sociali. Meloni ha evidenziato una contraddizione nell'agire pubblico: le istituzioni intervengono con zelo togliendo i figli a chi sceglie contesti naturalistici alternativi, ma spesso restano silenziose di fronte a situazioni di grave degrado nelle baraccopoli. Frequentemente, i bambini residenti nei campi rom vengono coinvolti in furti o attività di accattonaggio senza ricevere interventi tempestivi. Questa differenza di approccio rappresenta, per la leader, una violazione del buon senso e una mancata protezione verso i minori che vivono in condizioni di reale abbandono sociale.

Il meccanismo del consenso informato

La misura difesa dall'esecutivo stabilisce che ogni attività scolastica legata alla sfera affettiva necessiti di un'autorizzazione esplicita preventiva. Questo provvedimento divide l'opinione pubblica tra chi lo considera una garanzia democratica e chi teme un ostacolo all'informazione. Tuttavia, la linea del governo rimane ferma nel rivendicare il diritto dei genitori di vagliare i contenuti proposti in classe ai propri figli. L'obiettivo dichiarato è mantenere un equilibrio dove lo Stato garantisce condizioni dignitose a tutti i cittadini, lasciando però le scelte valoriali e morali alla totale discrezione delle famiglie.

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