Educazione sessuale, Roccella: 'Nessun legame con i femminicidi'

La Ministra cita il caso svedese ed esclude automatismi tra la formazione scolastica e la riduzione della violenza di genere.

21 novembre 2025 19:00
Educazione sessuale, Roccella: 'Nessun legame con i femminicidi' - Eugenia Roccella
Eugenia Roccella
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La Ministra per la Famiglia Eugenia Roccella ha espresso la sua posizione in merito all'introduzione dell'educazione sessuale nelle scuole. A margine della Conferenza internazionale di Roma, ha chiarito che non esiste un automatismo garantito tra tali lezioni e la riduzione dei femminicidi. Citando dati comparativi europei, l'esponente del Governo invita a mantenere distinti il piano della formazione affettiva da quello del contrasto alla criminalità.

La posizione di Roccella sull'educazione sessuale

Durante il recente appuntamento istituzionale svoltosi nella Capitale, focalizzato sulle strategie di contrasto alla violenza sulle donne, l'esponente dell'esecutivo ha delineato un quadro complesso. Il cuore del ragionamento riguarda l'assenza di un nesso di causalità diretto e immediato tra l'insegnamento di tematiche inerenti la sfera sessuo-affettiva tra i banchi e l'effettivo calo dei reati violenti. L'analisi proposta non intende chiudere totalmente le porte al dialogo sulla formazione, che può essere affrontata anche "lateralmente", ma mira a smontare la narrazione che vede nella scuola la soluzione univoca al problema. Secondo la visione ministeriale, è fondamentale approcciare il dibattito con realismo, evitando di sovrapporre due ambiti che, seppur correlati socialmente, richiedono interventi strutturali differenti.

Il confronto con il modello svedese

A sostegno della tesi secondo cui l'istruzione non è l'unico antidoto alla violenza, la Ministra ha portato all'attenzione della platea l'esempio della Svezia. Il Paese scandinavo è noto a livello globale per aver integrato l'educazione sessuale nel proprio sistema scolastico ormai da molti decenni, rendendola una prassi consolidata e diffusa. Nonostante questa attenzione pedagogica di lunga data, i dati statistici attuali evidenziano un'incidenza di violenze di genere e femminicidi che risulta superiore a quella registrata sul territorio italiano. Roccella ha sottolineato come, se vi fosse una correlazione diretta, i Paesi con programmi educativi storici dovrebbero mostrare numeri irrisori. Invece, la realtà dei fatti dimostra che l'istruzione, da sola, non basta a sradicare le dinamiche criminali contro le donne.

Distinguere scuola e reati di genere

L'obiettivo delle dichiarazioni rilasciate è quello di separare nettamente le aspettative riposte nell'istituzione scolastica dalle misure necessarie per la sicurezza pubblica. L'approccio suggerito mette in guardia contro il rischio di creare false speranze nell'opinione pubblica, identificando nelle ore di lezione la panacea per l'abbattimento dei reati. Ribadendo l'importanza di non confondere i piani, la Ministra ha specificato che il contrasto alla violenza richiede azioni che vanno oltre la didattica. Delegare tutto alla scuola potrebbe rivelarsi una strategia incompleta se non accompagnata da altri strumenti sociali e normativi. L'invito conclusivo è quello di discutere liberamente di programmi formativi, ma senza illudersi che "mettere insieme" i due temi porti automaticamente alla risoluzione di un fenomeno drammatico che ha radici profonde e trasversali.

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