Elenchi regionali docenti: accesso solo post concorso 2020
I nuovi elenchi regionali per le assunzioni straordinarie non includono chi è solo nelle GPS. Necessario aver superato un concorso dal 2020.
                                                            I nuovi elenchi regionali per docenti rappresentano una via per le assunzioni straordinarie nel mondo della scuola. Tuttavia, l'accesso è regolamentato da criteri precisi stabiliti dalla normativa recente (DL 45/2025). Non basta essere inseriti nelle GPS; è indispensabile aver superato specifici concorsi pubblici banditi a partire dal 2020.
I requisiti di accesso ai nuovi elenchi
L'accesso ai nuovi elenchi regionali per le assunzioni nel comparto scuola è un tema che sta generando molte discussioni e attese tra i docenti precari. La confusione principale riguarda la potenziale inclusione del personale attualmente inserito nelle GPS (Graduatorie Provinciali per le Supplenze). La normativa, tuttavia, chiarisce questo punto in modo inequivocabile. Fonti ministeriali e l'analisi del testo di legge confermano che l’inserimento nelle GPS non è un titolo sufficiente per vantare il diritto all'iscrizione in questi nuovi elenchi. Questa distinzione è fondamentale: le GPS sono concepite per l'attribuzione di incarichi a tempo determinato (supplenze), mentre gli elenchi regionali sono stati istituiti come strumento per le assunzioni straordinarie a tempo indeterminato. Il legislatore ha inteso premiare chi ha superato un percorso concorsuale completo, differenziando nettamente il merito acquisito tramite concorso da quello basato sui soli titoli e servizi validi per le GPS.
Elenchi regionali e la normativa del DL 45/2025
Il quadro giuridico che istituisce gli elenchi regionali è definito dal DL 45/2025, convertito con modificazioni significative dalla Legge 5 giugno 2025, n. 79. Questa legge specifica i criteri di idoneità. L'accesso è riservato esclusivamente ai "candidati che hanno conseguito almeno il punteggio minimo previsto per il superamento della prova orale". È cruciale notare che la legge si riferisce ai concorsi banditi a decorrere dal 2020. Questo significa che solo gli idonei (coloro che hanno superato tutte le prove) e i vincitori dei concorsi più recenti potranno presentare domanda. La misura copre tutti gli ordini di scuola – infanzia, primaria e secondaria – e riguarda sia i posti di tipo comune sia quelli sul sostegno. L'iscrizione non è automatica ma avviene "su domanda" dell'interessato, e sarà valida a partire dall'anno scolastico successivo alla pubblicazione della graduatoria del concorso superato.
Tempistiche, meccanismo e attesa del decreto
L'operatività di questi elenchi regionali è soggetta a tempistiche precise e a un meccanismo di "scorrimento" secondario. La legge specifica che si attingerà da queste liste "a decorrere dall’anno scolastico 2026/2027". Questo rinvio è dovuto alla priorità data ad altre procedure di assunzione. L'utilizzo degli elenchi, infatti, è vincolato all'esaurimento delle graduatorie dei concorsi per il personale docente indetti ai sensi dell'articolo 59, comma 10, del DL 73/2021 (le cosiddette procedure PNRR). Gli elenchi regionali, che saranno costituiti annualmente, agiranno quindi come una riserva di idonei per coprire i posti residui e garantire la continuità didattica. Tuttavia, l'intero sistema è attualmente in sospeso. Manca il decreto attuativo ministeriale, che doveva essere pubblicato entro il 31 dicembre. Al momento, il Ministero dell'Istruzione non ha ancora avviato il confronto con le organizzazioni sindacali per definire i dettagli tecnici e procedurali.