Esame di Stato, la riforma che divide: per la FLC CGIL si ritorna al passato
La nuova riforma dell'esame di Stato è al centro delle critiche della FLC CGIL: un ritorno a pratiche autoritarie e superate che penalizzano gli studenti.
La nuova riforma dell'esame di Stato, approvata dal Consiglio dei ministri, suscita forti critiche da parte della FLC CGIL. Il sindacato denuncia un ritorno a modelli superati e a pratiche autoritarie che non tengono conto dell'evoluzione pedagogica e didattica degli ultimi decenni, trasformando un momento formativo in un atto punitivo e regressivo per gli studenti.
Esame di Stato: un modello didattico superato
La critica principale mossa alla riforma riguarda il suo approccio anacronistico. La stessa denominazione di "esame di maturità", che richiama l'impianto del 1923, viene vista come il simbolo di uno sguardo paternalistico, focalizzato più sul passaggio a un'età matura che sull'effettiva acquisizione di competenze. Questo ritorno al passato è evidente anche nella struttura della prova orale. L'esame verterà su quattro discipline e vedrà l'eliminazione dell'analisi di un materiale scelto dalla commissione. Tale cambiamento rischia di cancellare il carattere interdisciplinare del colloquio, un pilastro del modello didattico contemporaneo che mira a valutare la capacità dello studente di creare connessioni tra i saperi.
Una risposta autoritaria alle proteste
Un aspetto particolarmente grave, secondo il sindacato, è la logica punitiva che sembra animare la riforma. Le modifiche alla validità della prova orale vengono interpretate come una risposta autoritaria del ministro Valditara alle proteste studentesche verificatesi durante le recenti sessioni d'esame. Invece di considerare queste manifestazioni come una forma di partecipazione attiva e di crescita civica, il provvedimento le reprime. La FLC CGIL ricorda che il compito primario della scuola della Repubblica è educare alla cittadinanza e al dialogo. Trasformare l'esame in uno strumento per silenziare il dissenso contraddice i principi fondamentali del sistema educativo nazionale.
Valutazione e partecipazione a rischio
Questo decreto si inserisce in una serie di provvedimenti che, secondo la sigla sindacale, stanno trasformando la scuola in senso regressivo. La riforma del sistema di valutazione si allontana radicalmente dalla più attuale elaborazione pedagogica, che considera la valutazione uno strumento formativo e non meramente sanzionatorio. Il provvedimento riguardante il nuovo esame di Stato sembra rispondere più alle polemiche sui social media e a certi editoriali che alle reali esigenze didattiche. Si ignora l'esperienza dei docenti che ogni giorno lavorano per formare cittadini consapevoli, in grado di esercitare una partecipazione attiva alla vita politica, economica e sociale del Paese, come sancito dalla Costituzione.