Federica Mogherini lascia il College of Europe: dimissioni dopo l’inchiesta
L'ex Alta rappresentante rinuncia all'incarico di rettrice a seguito delle indagini della Procura europea sulla gestione dei fondi per la nuova Accademia.
Federica Mogherini ha ufficializzato le sue dimissioni da rettrice del College of Europe con una comunicazione formale inviata allo staff. La decisione giunge a pochi giorni dall'avvio dell'inchiesta della Procura europea riguardante presunte irregolarità nella gestione di un appalto per l'Accademia diplomatica. L'ex ministra rivendica la massima correttezza del suo operato istituzionale.
L’addio di Federica Mogherini al College of Europe
Con una mail dai toni misurati e istituzionali, l'ex Alta rappresentante Ue ha annunciato la fine del suo mandato, durato cinque anni, alla guida dei tre campus accademici. La scelta di abbandonare il vertice del College of Europe è maturata rapidamente per tutelare l'istituzione dalla tempesta mediatica e giudiziaria in corso.
Nel messaggio di commiato, Mogherini ha espresso gratitudine verso la comunità accademica, sottolineando l'orgoglio per il percorso di innovazione ed eccellenza costruito insieme a studenti e docenti. Nonostante l'epilogo improvviso, l'ex rettrice si è detta certa che l'istituto proseguirà la sua missione formativa con la stessa determinazione.
I dettagli dell’inchiesta giudiziaria e la difesa
Le dimissioni arrivano in seguito al fermo avvenuto il 2 dicembre su disposizione dell'Eppo, la Procura europea, che ha coinvolto anche due collaboratori dell'ex ministra. L'indagine si concentra su presunte irregolarità relative alle procedure di appalto per la creazione della European Union Diplomatic Academy, un progetto centrale per la formazione delle future élite.
Durante un lungo interrogatorio, Mogherini ha respinto con fermezza ogni addebito, sostenendo che ogni passaggio amministrativo si è svolto nella massima trasparenza e senza favoritismi. Essendo stato escluso il pericolo di fuga, l'ex rettrice è stata rilasciata subito dopo il confronto con gli inquirenti, pur restando al centro dell'attenzione giudiziaria.
La posizione difensiva si basa su alcuni punti chiave:
Le informazioni relative al bando erano pubbliche e accessibili a tutti i partecipanti.
Non vi è stata alcuna ricezione di favori personali o indebiti vantaggi.
La procedura ha seguito i canali istituzionali previsti dai regolamenti comunitari.
Le reazioni internazionali e le critiche dagli Usa
Parallelamente alla vicenda giudiziaria, si registrano dure reazioni politiche provenienti da oltreoceano, in particolare dal vice segretario di Stato americano Christopher Landau. Attraverso i canali social, il diplomatico ha attaccato l'operato passato di Mogherini, citando le sue posizioni sulla politica estera.
La critica statunitense si focalizza sul precedente approccio verso Cuba, accusando l'ex Alta rappresentante di aver definito il sistema comunista una democrazia monopartitica e di aver favorito investimenti verso un regime repressivo. Queste dichiarazioni aggiungono un livello di tensione diplomatica a una situazione personale e professionale già complessa.