Fondo Pensione per bambini: emendamento sul bonus in Manovra

L'emendamento alla Manovra 2026 prevede una pensione per bambini sovvenzionata dall'Inps per garantire il futuro previdenziale o lo studio.

24 novembre 2025 19:00
Fondo Pensione per bambini: emendamento sul bonus in Manovra - Un bambino dentro la culla
Un bambino dentro la culla
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La nuova pensione per bambini potrebbe presto diventare realtà grazie a un emendamento presentato dalla maggioranza alla Manovra finanziaria. L'obiettivo è garantire un futuro ai neonati tramite un fondo pensione Inps aperto volontariamente dai genitori. Al compimento della maggiore età, il capitale accumulato potrà finanziare gli studi, l'avvio di un'attività o restare investito come previdenza complementare.

Come funziona la nuova pensione per bambini

L'emendamento proposto da Fratelli d’Italia punta a istituire un fondo su base volontaria dedicato ai nuovi nati. I genitori, o i parenti entro il terzo grado, avranno la facoltà di aprirlo entro il terzo mese di vita del bambino versando un contributo iniziale di 100 euro. A questa somma si aggiungerebbe un incentivo statale, erogato dall'Inps, pari a 50 euro annui. Secondo le indiscrezioni de Il Messaggero, le risorse non serviranno esclusivamente per una rendita di lungo periodo. Al compimento dei 18 anni, il beneficiario potrà decidere se mantenere l'investimento, utilizzare il denaro per pagare un corso di specializzazione universitaria o prelevare la somma per avviare un'attività lavorativa autonoma.

Le differenze con la proposta di Azione

Anche il partito Azione ha avanzato un progetto simile per la Legge di Bilancio, sebbene con modalità di erogazione e costi differenti. Il piano prevede un bonus di 300 euro alla nascita e 200 euro per i quattro anni successivi, vincolati però a un versamento familiare minimo di 100 euro l'anno. La differenza sostanziale risiede nell'impatto economico: il progetto della maggioranza richiederebbe circa 18 milioni di euro annui, mentre quello dell'opposizione partirebbe da 500 milioni per poi stabilizzarsi a 250. Entrambi i testi sono al vaglio del Parlamento, ma l'opzione legata all'Inps appare favorita per la sua sostenibilità economica nel tempo e per la struttura meno onerosa per le casse dello Stato.

Perché serve una previdenza integrativa

Queste iniziative legislative nascono da una necessità ormai strutturale: il sistema pensionistico italiano fatica a garantire assegni adeguati per le future generazioni. I dati dell'osservatorio Moneyfarm evidenziano che solo una minoranza di lavoratori, con percentuali ancora più basse tra giovani e donne, aderisce alla previdenza complementare. Poiché le pensioni pubbliche saranno verosimilmente più basse e raggiunte in età avanzata, costruire una base finanziaria fin dall'infanzia diventa cruciale. Incentivare il risparmio previdenziale rappresenta quindi una strategia necessaria per assicurare un tenore di vita dignitoso ai lavoratori di domani.

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