Galimberti: 'La scuola premia i programmi, non i ragazzi'

Galimberti denuncia alla Fiera delle Parole la scuola che premia i programmi ministeriali e penalizza chi segue i ragazzi.

06 ottobre 2025 10:25
Galimberti: 'La scuola premia i programmi, non i ragazzi' - Umberto Galimberti
Umberto Galimberti
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Umberto Galimberti, alla Fiera delle Parole di Padova, denuncia come la scuola moderna privilegi i programmi ministeriali rispetto alla cura dei ragazzi, evidenziando il rischio per gli insegnanti che scelgono di seguire le necessità emotive e culturali degli adolescenti.

Giovani senza futuro e crisi del senso

Alla Fiera delle Parole di Padova, il filosofo Umberto Galimberti ha analizzato la condizione giovanile contemporanea, sottolineando che i ragazzi soffrono per motivi culturali e non solo psicologici. “Per loro è stato tolto il futuro”, ha affermato, spiegando come molti si rifugino nella droga come anestetico contro l’angoscia legata all’incertezza del domani. Galimberti ha ricordato come in passato il futuro fosse percepito come accessibile, mentre oggi chi studia filosofia potrà eccellere ma spesso non potrà trasmettere la propria disciplina, privando i giovani di figure educative significative. La mancanza di prospettive genera nichilismo, in cui domande fondamentali come “perché studiare o lavorare?” rimangono senza risposta in un’epoca dominata dalla tecnica e dalla produttività.

La scuola come apparato tecnico

Il filosofo ha denunciato il ruolo della scuola moderna, trasformata in apparato tecnico che valorizza la completa esecuzione dei programmi ministeriali a scapito della cura degli studenti. Un docente che completa tutti i programmi senza seguire gli adolescenti viene premiato, mentre chi li accompagna nel percorso evolutivo rischia il posto. La scuola è diventata uno dei tanti apparati in cui contano solo efficienza, produttività e velocizzazione, riducendo l’insegnante a funzionario del sistema. Galimberti ha citato la “logica nazista” di Gunther Anders, dove ciò che importa non è cosa si prova, ma far funzionare il sistema, a discapito della dimensione umana e della relazione educativa.

Verso un cambiamento di paradigma

Per superare questa situazione, Galimberti propone un cambiamento culturale radicale, passando dall’antropocentrismo cristiano al biocentrismo, ponendo al centro la vita di tutti i viventi. Ha citato Francesco d’Assisi come precursore di questa visione, capace di valorizzare la relazione tra uomo e natura. Secondo il filosofo, solo una rinnovata cultura, fondata sul pensiero critico e sulla capacità di obiettare, può garantire un futuro alle nuove generazioni e difendere il pianeta, opponendosi a sistemi che privilegiano la tecnica rispetto alla vita e alla formazione integrale dei giovani.

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