Garante Privacy: CNDDU sollecita trasparenza sulle spese

Dopo l'inchiesta di "Report", il CNDDU esprime preoccupazione per le spese del Garante Privacy, chiedendo chiarezza su viaggi e fondi.

A cura di Scuolalink Scuolalink
07 novembre 2025 15:00
Garante Privacy: CNDDU sollecita trasparenza sulle spese - Coordinamento Nazionale Docenti
Coordinamento Nazionale Docenti
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Le spese del Garante Privacy sono finite sotto i riflettori dopo un'inchiesta di "Report". Il CNDDU evidenzia una discrepanza tra i dati giornalistici (spese di rappresentanza per 400.000€) e i bilanci ufficiali (2.390€). L'associazione chiede massima trasparenza all'Autorità. Comunicato stampa.

Viaggi in business class e spese di rappresentanza: il CNDDU sollecita trasparenza al Garante della Privacy

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani (CNDDU) esprime forte attenzione e preoccupazione in merito alle recenti notizie diffuse da “Report” e riprese da diverse testate riguardo alle spese sostenute dall’Autorità Garante per la protezione dei dati personali, in particolare per l’uso sistematico della business class e per l’aumento delle spese di rappresentanza.

Le anticipazioni giornalistiche riferiscono di costi complessivi di circa 50 milioni di euro annui per l’Autorità, con stipendi e indennità pari all’84% della spesa totale e spese di rappresentanza che avrebbero raggiunto quasi 400.000 euro l’anno. Tuttavia, i bilanci ufficiali del Garante, consultabili nella sezione Amministrazione Trasparente del sito istituzionale, non confermano tali cifre per quanto riguarda la voce “spese di rappresentanza”.

Nel Bilancio consuntivo 2022, approvato e pubblicato sul sito garanteprivacy.it, le “altre spese di rappresentanza, relazioni pubbliche, convegni e mostre, pubblicità” risultano pari a 2.390 euro, su un totale di entrate correnti di 45.311.541,21 euro, di cui 44.584.987,00 provenienti da trasferimenti del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Il Bilancio 2023, disponibile sul portale della trasparenza, conferma analoghe proporzioni di spesa ma non riporta – al momento – un dettaglio disaggregato delle missioni o della classe di viaggio utilizzata dai componenti del Collegio.

Questa discrepanza tra dati ufficiali e notizie giornalistiche rende urgente un chiarimento pubblico e documentato. Il CNDDU chiede pertanto:

  • la pubblicazione integrale e in formato aperto dei dettagli di missione per gli anni 2023-2025 (destinazioni, motivazioni, classe di viaggio, costi e copertura finanziaria);

  • l’indicazione del regolamento interno che disciplina rimborsi e viaggi di servizio dei membri del Collegio;

  • la precisazione delle voci di bilancio in cui vengono registrate le spese di rappresentanza e di missione, per evitare ambiguità interpretative.

L’Autorità Garante, che tutela un diritto fondamentale come la privacy, deve essere percepita come modello di sobrietà, integrità e trasparenza. Per questo motivo, il CNDDU invita l’Autorità a introdurre:

  • un registro mensile pubblico delle missioni e delle spese di rappresentanza;

  • un audit esterno indipendente sui conti 2022-2025 con trasmissione dei risultati alla Commissione parlamentare competente;

  • l’obbligo di adottare sempre la soluzione economicamente più vantaggiosa, salvo motivate eccezioni rese pubbliche in tempo reale.

Apprezziamo la disponibilità della vicepresidente Ginevra Cerrina Feroni a rilasciare un’intervista per chiarire la gestione delle spese: un gesto che potrà contribuire a ristabilire fiducia e credibilità, purché accompagnato da dati verificabili e comparabili.

In attesa della nuova puntata di “Report” del 9 novembre 2025, il CNDDU ribadisce che la verifica dei fatti compete agli organi di controllo e che solo la trasparenza può dissipare ogni dubbio. La percezione di opacità, infatti, è di per sé un fattore che indebolisce la fiducia dei cittadini e, di conseguenza, la tutela dei loro diritti fondamentali.

Il CNDDU si dichiara disponibile a promuovere un tavolo pubblico con l’Autorità Garante, le associazioni civiche e i media per definire standard comuni di rendicontazione etica. La reputazione istituzionale è un bene collettivo: si difende con la trasparenza, la misura e la coerenza quotidiana.

La privacy non è un privilegio: è un diritto. E i diritti si tutelano anche attraverso una gestione limpida delle risorse pubbliche.

prof. Romano Pesavento, presidente CNDDU

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