Gelmini: lo sport come terapia sociale

Mariastella Gelmini rilancia il valore dello sport come antidoto alla solitudine per la prevenzione del disagio giovanile e psicologico.

12 ottobre 2025 16:34
Gelmini: lo sport come terapia sociale - Lo sport a scuola
Lo sport a scuola
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La senatrice Mariastella Gelmini sottolinea il ruolo dello sport come strumento di prevenzione del disagio giovanile, capace di contrastare l’isolamento e favorire la socialità. Durante gli Stati Generali dell’Educazione e della Prevenzione, l’ex ministra ha richiamato l’importanza dell’attività fisica come spazio educativo e di relazione che forma cittadini più equilibrati e consapevoli.

La solitudine come radice del disagio giovanile

Il disagio nasce nella solitudine”, ha affermato Gelmini, evidenziando come l’isolamento rappresenti oggi una delle principali minacce per il benessere dei giovani. La senatrice di Noi Moderati ha spiegato che la mancanza di contatti umani e di esperienze condivise alimenta insicurezze, ansia e disturbi del comportamento, con ripercussioni sulla salute mentale e sociale.
Nelle parole della senatrice emerge un allarme chiaro: l’eccessivo uso delle tecnologie digitali e la progressiva frammentazione del tessuto comunitario stanno riducendo le occasioni di incontro reale tra i ragazzi. L’assenza di spazi in cui costruire relazioni autentiche genera solitudine e vulnerabilità emotiva, aprendo la strada a dipendenze, bullismo e disagio psicologico.
Gelmini ha ribadito la necessità di un impegno istituzionale nel creare contesti di aggregazione positivi, dove i giovani possano sviluppare fiducia in sé stessi e negli altri, coltivando sentimenti di appartenenza e solidarietà.

Lo sport come strumento di socialità e crescita

Lo sport, secondo Gelmini, è una vera palestra di vita: “Lo sport è prevenzione del disagio perché si pratica con gli altri, implica socialità e confronto”. L’attività fisica collettiva permette ai ragazzi di relazionarsi, rispettare le regole e gestire le emozioni, competenze essenziali per una crescita equilibrata.
La dimensione di gruppo favorisce l’integrazione e l’empatia, insegnando a confrontarsi con la diversità e a collaborare per obiettivi comuni. In questo senso, lo sport diventa un veicolo di educazione civica e relazionale, capace di trasmettere valori come il rispetto, la lealtà e la resilienza.
Per Gelmini, il campo sportivo è anche un antidoto all’individualismo: condividere successi e sconfitte rafforza il senso di comunità e permette ai giovani di imparare a superare frustrazioni e fallimenti in modo costruttivo. L’allenamento, la costanza e la disciplina diventano così strumenti di crescita personale che vanno ben oltre la prestazione atletica.

Lo sport come prevenzione del disagio e della fragilità emotiva

Gelmini ha rimarcato come lo sport sia “sano perché previene tutte le diverse forme di disagio che stiamo iniziando a conoscere”, riferendosi alle nuove problematiche psicologiche emerse nel mondo giovanile. La pratica sportiva regolare, infatti, migliora l’autostima, riduce ansia e depressione, canalizzando le energie verso obiettivi positivi e condivisi.
In un contesto in cui sempre più adolescenti vivono condizioni di stress e isolamento, l’attività fisica rappresenta una valvola di sfogo e un sostegno psicologico naturale. Le relazioni costruite attraverso lo sport favoriscono un senso di appartenenza e di fiducia reciproca che aiuta a superare momenti di difficoltà.
Gelmini ha infine invitato istituzioni, scuole e associazioni a promuovere lo sport come diritto educativo, non solo come attività ricreativa, riconoscendolo quale risorsa strategica nella costruzione di una società più coesa e inclusiva. Solo una politica che investe nella formazione sportiva può garantire giovani più forti, consapevoli e meno soli.

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