Geografia negli istituti tecnici: timori sulla riforma

Preoccupazione per la riduzione delle ore di Geografia nei tecnici e timori di esuberi

28 settembre 2025 09:00
Geografia negli istituti tecnici: timori sulla riforma - La geografia ai geografi
La geografia ai geografi
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La possibile riduzione delle ore di Geografia negli istituti tecnici alimenta paure di esuberi e frammentazione delle cattedre. Le associazioni di categoria invitano però alla prudenza, definendo premature le ipotesi più allarmistiche in assenza di dati ufficiali sui quadri orari della riforma.

Timori di riduzione delle ore e conseguenze occupazionali

Tra i docenti di Geografia cresce la preoccupazione per i nuovi quadri orari previsti dalla riforma degli istituti tecnici, che entrerà in vigore nel 2026/2027. In diverse sedi si è diffusa l’ipotesi di una drastica riduzione delle ore, da sei a una o due complessive nel biennio degli indirizzi tecnico-economici. Uno scenario che, se confermato, comporterebbe pesanti ricadute didattiche e occupazionali: cattedre orario interne trasformate in cattedre orario esterne frammentate su più plessi e più comuni, con aggravio dei carichi di lavoro e maggiore precarietà. Si teme inoltre un aumento degli esuberi provinciali per la classe di concorso di Geografia Economica, con conseguente difficoltà nello smaltimento delle graduatorie di merito e penalizzazione di chi ha superato regolarmente i concorsi. A preoccupare è anche la perdita di ore in una disciplina ritenuta fondamentale per comprendere l’attualità, l’assetto territoriale e i processi geoeconomici mondiali.

La posizione dell’associazione di categoria

L’associazione rappresentativa degli insegnanti di Geografia ha replicato alle notizie circolate, definendole “ipotesi catastrofiche” e sottolineando che non esistono al momento dati ufficiali sui quadri orari divisi per disciplina. Il Ministero non ha ancora pubblicato né condiviso in forma riservata le tabelle definitive né indicato le classi di concorso che saranno interessate dai cambiamenti del primo anno dei nuovi percorsi tecnici quinquennali. L’unico elemento certo è il blocco degli organici della scuola secondaria al contingente del 2023/2024, un vincolo che colpirà tutte le discipline e non solo la Geografia. Secondo l’associazione, ogni eventuale variazione sarà comunque condizionata dalle titolarità esistenti e potrebbe generare situazioni conflittuali tra classi di concorso.

Attesa per decisioni ufficiali e invito alla prudenza

L’associazione ricorda che non è previsto un investimento specifico nella riforma dei tecnici e che al momento, nei licei, non risulta nessuna suddivisione tra storia e geografia nonostante le richieste avanzate da tempo. Sono state tuttavia fornite al Ministero proposte e suggerimenti per valorizzare la disciplina e migliorare l’offerta formativa. In assenza di informazioni ufficiali, l’associazione invita i docenti e gli interessati a mantenere il riserbo nella comunicazione, evitando dichiarazioni pubbliche che possano influenzare la reputazione dei soggetti coinvolti o indebolire l’azione diplomatica in corso. L’obiettivo dichiarato è continuare a lavorare in modo costruttivo per tutelare l’insegnamento della Geografia e garantire ai ragazzi un’offerta formativa adeguata alle sfide contemporanee.