Giorgio Forattini, addio al maestro della satira italiana

Il vignettista Giorgio Forattini si è spento a 94 anni, lasciando un'eredità indelebile nel giornalismo e nella cultura italiana.

A cura di Scuolalink Scuolalink
05 novembre 2025 14:00
Giorgio Forattini, addio al maestro della satira italiana - Giorgio Forattini
Giorgio Forattini
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L'Italia saluta Giorgio Forattini, icona del giornalismo satirico, scomparso a Milano all'età di 94 anni. Considerato il maestro della satira italiana, Forattini ha segnato un'epoca con la sua matita pungente. La sua carriera, iniziata negli anni Settanta, lo ha visto raccontare il potere per oltre cinquant'anni, diventando una presenza fissa su testate come Repubblica. Il suo lavoro lascia un patrimonio artistico immenso e un segno indelebile, avendo saputo descrivere la politica con un'ironia inconfondibile.

Giorgio Forattini e gli inizi della carriera

Nato a Roma il 14 marzo 1931, Giorgio Forattini ha intrapreso un percorso professionale variegato prima di approdare al disegno. Dopo aver conseguito la maturità classica, si iscrisse alla facoltà di Architettura, studi che però abbandonò presto per necessità lavorative. Svolse diversi impieghi, tra cui l'operaio, il rappresentante di prodotti petroliferi e persino il consulente per edizioni musicali. La svolta arrivò all'inizio degli anni Settanta. Il debutto nel giornalismo satirico avvenne nel 1974 sulle pagine del quotidiano Paese Sera, dove creò una striscia quotidiana. La sua prima vignetta di grande impatto fu quella pubblicata in prima pagina in occasione del referendum sul divorzio. Da quel momento, la sua attività di vignettista divenne la sua professione principale, tanto che nel 1975 ottenne l'iscrizione come giornalista professionista.

Le grandi collaborazioni e l'impatto sulla Prima Repubblica

La firma di Forattini divenne rapidamente un punto di riferimento, capace di analizzare la politica italiana con una sintesi grafica devastante. Dopo Paese Sera, iniziò una lunga e fruttuosa collaborazione con Panorama. Il grande successo arrivò con l'approdo al nascente quotidiano la Repubblica, dove la sua presenza divenne fissa e attesa dai lettori. Si diceva che una sua vignetta fosse spesso più efficace di un editoriale nel descrivere la situazione politica. Nel 1978, sempre per Repubblica, creò l'inserto Satyricon, il primo supplemento italiano dedicato interamente alla satira. Per un periodo, negli anni Settanta, assunse anche la direzione de Il Male, storica e irriverente rivista satirica. La sua matita fu lo strumento principale con cui raccontò, con coraggio e sberleffo, i protagonisti della Prima Repubblica, mettendo alla berlina il potere costituito.

Le caricature iconiche e l'eredità editoriale

Nel corso della sua lunga carriera, Forattini ha collaborato con le principali testate, tra cui L'Espresso, La Stampa e Il Giornale. Il suo tratto inconfondibile non risparmiò nessuno, colpendo tutto l'orizzonte politico e creando archetipi visivi rimasti nell'immaginario collettivo. Tra le raffigurazioni più proverbiali si ricordano Giulio Andreotti, Bettino Craxi (spesso ritratto con la divisa mussoliniana), Giovanni Spadolini, Ciriaco De Mita con la coppola e Romano Prodi in tonaca da prete. Ma anche Giuliano Amato come Topolino, Umberto Bossi come Pluto e, in tempi più recenti, Matteo Renzi come Pinocchio. Le sue vignette, pur facendo sorridere, provocarono spesso polemiche e querele. Forattini ha realizzato circa 14.000 vignette, raccolte in decine di libri che hanno venduto oltre tre milioni e mezzo di copie, confermandolo come un vero fenomeno editoriale e un maestro della satira che ha indotto i lettori a riflettere divertendo.

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