Il 10 novembre si celebra la Giornata mondiale degli stagisti: tra sfruttamento e stipendi bassi
La Giornata mondiale degli stagisti evidenzia un fenomeno italiano: 300mila giovani precari, bassi rimborsi e poche assunzioni.
Il 10 novembre si celebra la Giornata mondiale degli stagisti, un'occasione per analizzare la condizione di oltre 300mila giovani in Italia. Sebbene lo stage sia concepito come un ponte verso il lavoro, la realtà italiana mostra spesso un lavoro sottopagato e poche tutele reali. Questa situazione trasforma la formazione in precarietà diffusa, con bassi tassi di assunzione post-tirocinio.
Il fenomeno in Italia: dati e disuguaglianze
I dati di Unioncamere Excelsior per il 2024 delineano un quadro preciso della situazione, evidenziando l'attivazione di circa 300mila tirocini, con una netta prevalenza (70%) nel settore privato. Questo fenomeno, pur diffuso a livello nazionale, mostra forti disuguaglianze territoriali sia nelle opportunità offerte sia nei livelli di sfruttamento, concentrandosi maggiormente in regioni come Lombardia, Lazio ed Emilia-Romagna. Il profilo medio dello stagista italiano è quello di un giovane tra i 20 e i 29 anni, spesso neodiplomato o neolaureato, che utilizza lo stage extracurricolare come primo contatto formale con il mondo del lavoro.
La realtà degli stagisti: formazione o manodopera?
Idealmente, lo stage dovrebbe rappresentare uno strumento formativo essenziale per acquisire competenze professionali e facilitare l'ingresso nel mercato del lavoro. Tuttavia, la realtà italiana rivela che questa esperienza si trasforma troppo spesso in un pretesto per mascherare lavoro sottopagato o vero e proprio lavoro sommerso privo di tutele. Mentre i dati Assolavoro indicano tassi di assunzione superiori al 60% nelle aziende virtuose, la maggioranza viene impiegata come manodopera temporanea a basso costo. Questa rotazione continua di tirocinanti, sostituiti al termine del periodo senza un'offerta contrattuale, impatta negativamente sulla produttività e alimenta la sfiducia dei giovani.
Rimborsi inadeguati e la necessità di riforme
La critica assenza di un sistema nazionale uniforme di tutele in Italia lascia la regolamentazione dei rimborsi minimi alla discrezione delle singole regioni, creando forti disparità. Come evidenzia la Repubblica degli Stagisti, il rimborso medio è basso e circa un terzo dei tirocinanti non riceve alcun rimborso, mentre solo una piccola minoranza supera i 700 euro mensili. Questa precarietà economica, unita alla mancanza di contributi INPS, ferie o malattie, alimenta la fuga dei talenti verso Paesi europei che offrono maggiori garanzie, rendendo urgente la riforma nazionale prevista dal PNRR.