Il declino della lettura in Italia: dati, cause e riflessioni

Il 65% degli italiani non legge nemmeno un libro l'anno: cause, effetti e riflessioni emerse dal dibattito su Reddit.

07 ottobre 2025 07:00
Il declino della lettura in Italia: dati, cause e riflessioni -
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Un dato recente ha fatto discutere: il 65% degli italiani non ha letto nemmeno un libro nell’ultimo anno. Su Reddit, il thread ha acceso un confronto acceso tra lettori abituali, scettici, insegnanti e giovani. Le opinioni si scontrano su cultura, scuola e abitudini digitali. In questo articolo analizziamo tre temi principali emersi nei commenti, mettendo in luce problemi culturali profondi e ancora irrisolti.

Non basta leggere: conta cosa si legge

Molti utenti di Reddit sottolineano che il problema non riguarda solo quanti leggono, ma cosa leggono. Alcuni dichiarano di leggere regolarmente, ma limitano le proprie letture a testi leggeri, come ricettari, libri motivazionali o romanzi rosa da supermercato. Per diversi commentatori, queste letture non stimolano il pensiero critico né arricchiscono il bagaglio culturale.

Un utente scrive con ironia: “Chi dice di leggere spesso intende il manuale della lavatrice”. Questo tipo di commenti svela una frustrazione diffusa: si teme che l’Italia stia perdendo non solo il piacere della lettura, ma anche la capacità di confrontarsi con testi complessi, articolati, che richiedono tempo e riflessione.

C’è anche chi critica i dati ISTAT, ritenendo che sovrastimino i lettori effettivi. Se leggere equivale a sfogliare un libro una volta al mese, allora il dato diventa fuorviante. Reddit, in questo senso, si trasforma in una piazza di confronto critico, dove la lettura diventa un indicatore di profondità culturale, non solo di abitudine.

I social logorano la concentrazione e cambiano il cervello

Diversi utenti collegano il crollo della lettura all’ascesa dei social network e dei contenuti digitali brevi. Piattaforme come TikTok, Instagram e YouTube offrono gratificazione immediata, scroll infinito e video sempre più brevi. In confronto, un romanzo di 300 pagine richiede attenzione, silenzio e continuità — tre cose che la società attuale scoraggia.

Un commento afferma: “Siamo bombardati da notifiche, alert, video di 10 secondi... come puoi concentrarti su Dostoevskij?”. Questa osservazione rispecchia una realtà concreta: molti giovani — e non solo — faticano a leggere testi lunghi perché il cervello si è adattato a ricevere informazioni in modo rapido, frammentato, compulsivo.

Alcuni utenti criticano anche il sistema scolastico, che non propone più una formazione solida alla lettura. La scuola assegna libri “obbligatori”, spesso lontani dagli interessi degli studenti, senza stimolare un dialogo reale. Così, la lettura resta un dovere, non diventa mai un piacere. Il risultato? Studenti che smettono di leggere appena terminano gli studi, e adulti che non riprendono più.

Chi non legge resta indietro: il problema dell’analfabetismo funzionale

Oltre al numero di chi non legge, preoccupa un’altra realtà ancora più grave: milioni di italiani non riescono a comprendere davvero ciò che leggono. Questo è il fenomeno dell’analfabetismo funzionale. Le persone sanno decifrare le parole, ma non riescono a interpretare un testo, collegare informazioni, distinguere fatti da opinioni.

Un utente scrive: “Abbiamo tanti diplomati che leggono un articolo di giornale e non capiscono il senso generale”. Reddit fa emergere una preoccupazione diffusa: chi non legge, o legge solo in modo superficiale, non sviluppa gli strumenti per analizzare criticamente ciò che accade nel mondo. Questo porta a conseguenze concrete: disinformazione, vulnerabilità alle fake news, sfiducia verso la scienza e le istituzioni.

In un Paese dove una larga fetta della popolazione fatica a comprendere testi semplici, il dibattito pubblico si impoverisce. La lettura, quindi, non è solo un hobby: diventa uno spartiacque tra chi partecipa attivamente alla vita democratica e chi resta ai margini. E questo, forse, è il punto più urgente della discussione.

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