Indicazioni Nazionali, FLC CGIL: 'A rischio decenni di progressi educativi'

Le nuove Indicazioni Nazionali firmate da Valditara scatenano le reazioni sindacali: per la CGIL è un ritorno a una visione ottocentesca.

10 dicembre 2025 11:00
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Le Indicazioni Nazionali firmate dal Ministro Valditara accendono il dibattito. La FLC CGIL denuncia un impianto ideologico e autoritario, definendo i nuovi programmi un ritorno al passato che mina l'autonomia scolastica e la libertà di insegnamento democratica.

Le novità delle Indicazioni Nazionali

Il Ministro dell'Istruzione ha recentemente siglato il documento per l'infanzia e il primo ciclo, definendo i contenuti come programmi fortemente innovativi. L'obiettivo dichiarato dal dicastero è quello di rimettere al centro del percorso educativo la storia occidentale e l'identità nazionale. Tuttavia, la FLC CGIL contesta duramente questa narrazione, sottolineando come l'approccio scelto sia eccessivamente prescrittivo. Il focus sulla riscoperta dei classici e sul valore rigido della regola grammaticale viene letto dal sindacato non come un'evoluzione, ma come una conferma delle criticità già denunciate in fase di bozza, delineando un sistema che privilegia la nozione rispetto alla formazione critica.

Una visione pedagogica contestata

La preoccupazione principale espressa dai rappresentanti dei lavoratori riguarda l'impatto sulla cultura pedagogica democratica, un pilastro della scuola italiana dal dopoguerra a oggi. Per la Federazione Lavoratori della Conoscenza, il nuovo testo impone una logica identitaria e nazionalistica, che entra in netto contrasto con il principio costituzionale della libertà di insegnamento. Si teme un abbandono dell'idea di istruzione intesa come strumento di emancipazione per una cittadinanza planetaria attiva. Le consultazioni avute con la comunità scolastica vengono definite una "farsa", poiché il documento originario non avrebbe subito modifiche sostanziali nonostante le numerose audizioni, mantenendo intatto il suo profilo ideologico.

La risposta della scuola pubblica

Nonostante l'approvazione formale delle linee guida, il sindacato confida nella capacità di reazione del mondo dell'istruzione. La scuola reale e resistente viene invitata esplicitamente a far leva sulla propria autonomia per respingere un modello considerato regressivo. L'obiettivo è contrastare quelle che vengono definite Indicazioni Nazionali anacronistiche, difendendo il ruolo centrale dei docenti e la missione della scuola pubblica. La FLC CGIL ribadisce con forza che il modello socio-politico proposto appartiene esclusivamente alla visione del governo in carica e rischia di seppellire decenni di progressi educativi, riportando l'orologio della didattica a una visione di stampo ottocentesco.

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