La denuncia dei DSGA: noi tra stress cronico, burnout e mancato riconoscimento

Un’indagine ANQUAP-LUMSA svela una crisi profonda tra i DSGA: l’85% lavora a ritmi insostenibili, oltre il 50% soffre di burnout. Urgente un intervento del MiM.

21 aprile 2025 11:27
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Una recente indagine condotta dall’Università LUMSA, su incarico dell’ANQUAP (Associazione Nazionale Quadri delle Amministrazioni Pubbliche), ha acceso i riflettori su una situazione critica che coinvolge i Direttori dei Servizi Generali e Amministrativi (DSGA) delle scuole italiane. Secondo lo studio, che ha coinvolto oltre 2.000 professionisti del settore, il quadro emerso è allarmante: l’85% lavora a ritmi insostenibili, mentre il 99% gestisce compiti complessi e ad alta responsabilità senza adeguati strumenti o possibilità di delega.

Sintomi di burnout diffusi: oltre la metà dei DSGA già colpita

Le attività quotidiane dei DSGA si svolgono spesso in solitudine, con carichi lavorativi che superano i limiti della sostenibilità. Il ruolo di “leader intermedio” li vede incastrati tra la direzione scolastica e il personale, in una posizione che richiede capacità di gestione, precisione e resistenza allo stress lavorativo, ma che raramente riceve il giusto riconoscimento.

Il malessere non è solo organizzativo, ma profondamente umano. Più dell’80% dei DSGA descrive il proprio lavoro come emotivamente estenuante, il 68% manifesta disagio psicologico e oltre il 50% ha già sviluppato sintomi di burnout, tra cui stanchezza cronica, perdita di motivazione e distacco emotivo. Un dato particolarmente preoccupante è che solo il 4% consiglierebbe questa professione, segnale evidente di un mestiere divenuto insostenibile.

Le ripercussioni sulla vita privata sono altrettanto gravi: il 54% riferisce un esaurimento costante di energie, mentre il 51% dichiara che il lavoro interferisce con la sfera personale. Disturbi del sonno colpiscono il 57% del campione, con una particolare incidenza tra le donne (68%), il doppio rispetto agli uomini. Una condizione che, se non affrontata, può sfociare in patologie serie come depressione, disturbi cardiovascolari e abbassamento delle difese immunitarie.

Un lavoro fondamentale ma poco valorizzato

Nonostante il ruolo centrale nel corretto funzionamento delle scuole, i DSGA denunciano una retribuzione inadeguata (secondo il 97% dei rispondenti) e una generale mancanza di riconoscimento. Questo senso di frustrazione alimenta il desiderio di cambiamento: il 66% valuta concretamente di lasciare la professione, esasperato da condizioni che non premiano l’impegno e la responsabilità quotidiana. La figura del DSGA, fondamentale nell’organizzazione scolastica, richiede competenze multidisciplinari e una gestione efficace di risorse e criticità. Tuttavia, senza un supporto adeguato e senza strumenti per alleggerire il carico, il rischio è quello di una fuga di professionisti esperti, con ripercussioni gravi sulla qualità del servizio pubblico.

Le richieste emerse dallo studio: servono interventi urgenti

Il report elaborato dalla LUMSA e presentato da Caterina Fiorilli e Ilaria Buonomo lancia un appello chiaro: è necessario un intervento immediato. Le raccomandazioni includono l’introduzione di politiche di prevenzione per lo stress lavoro-correlato, investimenti per il benessere organizzativo e, soprattutto, un riconoscimento professionale concreto per i DSGA. Solo attraverso una valorizzazione reale del loro ruolo si potrà garantire un sistema scolastico efficiente e sostenibile nel tempo.

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