La Famiglia al centro dell'educazione, Roccella: 'Intervenire subito sulla prevenzione alla droga'
La ministra Roccella sottolinea l'urgenza della prevenzione droga e il ruolo primario della famiglia rispetto alla scuola nell'educazione.
La ministra Eugenia Roccella interviene sul ruolo educativo della famiglia, sottolineando la necessità di non delegare questa funzione alla scuola. Durante un convegno sulla prevenzione delle dipendenze, Roccella ha evidenziato l'aumento dei consumi di nuove sostanze stupefacenti. Per questo, il governo punta a informare meglio i genitori e a potenziare i centri per la famiglia.
Prevenzione droga: l'urgenza di informare le famiglie
L'intervento della ministra Eugenia Roccella al convegno “Liberi dalle droghe, liberi dalle paure” ha messo in luce una criticità crescente: l'aumento nel consumo di sostanze stupefacenti. Particolare preoccupazione destano le cosiddette nuove sostanze, spesso sconosciute nelle loro formulazioni e nei loro effetti a lungo termine. La ministra ha sottolineato come le famiglie, primo presidio educativo, non sempre dispongano degli strumenti informativi adeguati per riconoscere i segnali di pericolo o comprendere la reale pericolosità di queste droghe. Spesso, queste sostanze emergenti vengono percepite con minore allarme rispetto alle droghe "tradizionali", un errore di valutazione che può avere conseguenze gravi.
Di fronte a questo scenario in rapida evoluzione, l'azione prioritaria del governo si concentra sul rafforzamento dell'informazione. L'obiettivo è colmare questo deficit di conoscenza, fornendo ai genitori dati aggiornati, scientificamente validati e concreti sui rischi sanitari, psicologici e sociali associati ai nuovi trend di consumo, che sono spesso sottovalutati dalla popolazione giovanile e, di conseguenza, anche dagli adulti di riferimento.
Centri famiglia: 100 milioni per la governance sussidiaria
Per tradurre questa visione in azioni concrete, il governo ha stanziato 100 milioni di euro destinati ai centri per la famiglia. La ministra Roccella ha spiegato che questi istituti, fondamentali per il supporto alla genitorialità, in passato operavano in modo frammentato e disomogeneo sul territorio nazionale. La loro efficacia dipendeva spesso da singole iniziative regionali o locali, mancando una disciplina normativa uniforme che ne garantisse standard qualitativi e operativi costanti. L'intervento ministeriale mira a superare questa frammentazione, assegnando ai centri compiti precisi e strumenti operativi standardizzati.
È stata adottata una governance sussidiaria: le regioni mantengono la facoltà di scegliere tra un ventaglio di attività proposte, adattandole alle specifiche esigenze del loro territorio. Tuttavia, un punto fermo è stato imposto: ogni centro famiglia, indipendentemente dalle altre attività scelte, dovrà obbligatoriamente sviluppare un dialogo strutturato con le famiglie specificamente sul tema della droga, della prevenzione dei consumi e dell'intercettazione precoce del disagio.
Il ruolo educativo della famiglia e l'alleanza con la scuola
Il punto centrale della visione della ministra Roccella, ribadito con forza, riguarda la centralità della famiglia nel processo educativo. "Si cerca di trasferire compiti educativi dalla famiglia alla scuola, vorrei evitarlo", ha dichiarato la ministra. Questa affermazione sottolinea la volontà di evitare una delega delle responsabilità primarie dei genitori all'istituzione scolastica, un trend che secondo Roccella va invertito. Sebbene il contesto sociale odierno presenti maggiori difficoltà e pressioni per i nuclei familiari, l'azione del governo intende proprio fornire sostegno ai genitori affinché possano recuperare e svolgere appieno il loro ruolo formativo primario.
L'alleanza scuola-famiglia, pur riconosciuta come fondamentale, deve essere ricalibrata. Secondo Roccella, questa collaborazione strategica non deve sostituirsi alla famiglia, ma supportarla attivamente. L'alleanza deve avere "al suo centro prima di tutto i genitori", ribadendo così la preminenza del nucleo familiare non solo nell'educazione generale e nella trasmissione dei valori, ma anche nelle strategie specifiche di prevenzione dei fenomeni di devianza, come il consumo di stupefacenti.