La scuola degli anni Settanta, Alessandro Gassmann: 'Ho un ricordo traumatico'

L'attore Alessandro Gassmann ricorda l'ansia scolastica degli anni Settanta e l'educazione ricevuta dal padre Vittorio.

16 dicembre 2025 10:00
La scuola degli anni Settanta, Alessandro Gassmann: 'Ho un ricordo traumatico' - Alessandro Gassmann
Alessandro Gassmann
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Durante un'intervista recente, Alessandro Gassmann ha condiviso ricordi intimi legati alla sua infanzia. L'attore ha descritto la scuola degli anni Settanta come un'istituzione rigida, spesso dominata dalla paura delle punizioni. Un ritratto sincero che evidenzia le difficoltà vissute da studente e il peso delle aspettative familiari.

I ricordi scolastici di Alessandro Gassmann

Ospite del podcast di Gianluca Gazzoli, l'attore ha confessato senza filtri di essere stato un pessimo studente. La sua esperienza educativa è stata fortemente segnata da un metodo coercitivo tipico di quell'epoca, un sistema dove il voto numerico era l'unica cosa che contava e dove non mancavano le punizioni corporali. Gassmann ricorda di aver fatto parte dell'ultima generazione che riceveva ancora le bacchettate sulle mani. Per lui l'istituto scolastico non rappresentava un ambiente di crescita sereno, ma un luogo che incuteva timore e ansia. Questo approccio rigido e il clima autoritario hanno reso il suo percorso di studi particolarmente difficile e poco piacevole.

Il timore reverenziale verso il padre

La tensione vissuta a scuola si rifletteva inevitabilmente anche tra le mura domestiche. Consegnare la pagella con voti insufficienti al padre, il celebre Vittorio Gassman, rappresentava un momento di grande stress. Alessandro ha descritto vividamente il rientro a casa, il rumore del parquet nel lungo corridoio e la voce imponente del genitore che lo convocava nel suo studio colmo di libri. Vittorio era estremamente esigente, specialmente sulla lingua italiana: non tollerava errori grammaticali, in particolare l'uso scorretto del congiuntivo. Questa severità paterna portava il giovane a parlare lentamente in casa, nel tentativo di evitare correzioni e giudizi che aumentavano la pressione psicologica.

Un'educazione fondata sulla normalità

Nonostante le difficoltà scolastiche e il peso di un cognome importante, i genitori hanno cercato di garantirgli una vita autentica. Hanno evitato di farlo crescere in una "bolla da vip", iscrivendolo a scuole pubbliche e favorendo la nascita di amicizie trasversali. Questa scelta educativa ha avuto risvolti positivi fondamentali:

  • Contatto diretto con realtà sociali diverse;

  • Amicizie sincere con persone di ogni estrazione, dagli operai agli avvocati;

  • Assenza di privilegi che lo facessero sentire "diverso".

Gassmann definisce questa normalità come una grande fortuna. Le relazioni umane costruite al di fuori del mondo dello spettacolo gli hanno permesso di bilanciare la severità dell'istruzione ricevuta, regalandogli un senso di appartenenza al mondo reale.

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