Lecce, maestra condannata a 3 anni per maltrattamenti agli alunni dell'infanzia

Una sentenza del Tribunale punisce le violenze su bimbi dell'infanzia: lo non giustifica una maestra condannata.

09 dicembre 2025 18:00
Lecce, maestra condannata a 3 anni per maltrattamenti agli alunni dell'infanzia - Sentenza del Giudice
Sentenza del Giudice
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Una maestra condannata dal Tribunale di Lecce dovrà scontare tre anni di reclusione per violenze fisiche e psicologiche perpetrate su alunni tra i 3 e i 5 anni. La sentenza conferma che un metodo educativo basato su intimidazioni e minacce non costituisce correzione ma reato, provocando comprovati danni psicologici ai minori e instaurando un inaccettabile clima di paura in classe.

La maestra condannata per maltrattamenti sugli alunni dell'infanzia

La decisione dei giudici, depositata lo scorso marzo, riguarda episodi avvenuti tra la fine del 2014 e il 2015, delineando un grave quadro di maltrattamento ambientale. Le indagini hanno portato alla luce un clima di terrore vissuto dai bambini, documentato da registrazioni video inequivocabili. Le condotte sanzionate dal Tribunale includevano:

  • percosse e tirate di capelli reiterate;

  • spinte violente e imposizioni fisiche;

  • urla, insulti e minacce continue. Non si trattava di scatti d'ira isolati, ma di un comportamento abituale che ha generato paure e incubi nei piccoli, portandoli al rifiuto della scuola e a reazioni psicosomatiche come l'enuresi.

Differenza tra abuso dei mezzi di correzione e reato

Il Tribunale ha specificato che l'uso reiterato della forza non rientra nel semplice abuso dei mezzi di correzione, bensì nel più grave delitto previsto dall'articolo 572 del codice penale. La violenza psicologica, composta da offese e denigrazioni, lede l'integrità dei minori creando un ambiente ostile. La Cassazione ribadisce che un uso sistematico della violenza trasforma il rapporto educativo in un regime di sopraffazione. Non esiste alcuna giustificazione pedagogica per scherni e intimidazioni rivolti a bambini in età prescolare: la loro estrema vulnerabilità richiede, al contrario, massima tutela e un assoluto rispetto della loro dignità in fase di crescita.

I limiti legali dello ius corrigendi a scuola

La giurisprudenza è ferma nel negare validità allo ius corrigendi quando questo sfocia in aggressioni fisiche o psichiche. Secondo la normativa vigente, la finalità educativa non può mai legittimare la lesione della dignità della persona, principio cardine della Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia. Il reato scatta quando si superano i limiti di metodi correttivi leciti, come il rimprovero proporzionato o l'esclusione temporanea dal gioco. La legge prevede pene severe, fino a sette anni, per chi tradisce il rapporto di fiducia abusando della propria autorità, specialmente se le vittime sono minori affidati per ragioni di istruzione e cura.

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