Legge di bilancio 2026, FLC CGIL: 'Zero fondi per gli stipendi scuola'

La FLC CGIL denuncia l'assenza di fondi per il rinnovo del contratto del comparto Istruzione e Ricerca nella nuova Legge di bilancio 2026.

A cura di Scuolalink Scuolalink
20 ottobre 2025 12:45
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La Legge di bilancio 2026 delude il comparto Istruzione e Ricerca. Secondo la FLC CGIL, non emergono novità per l'aumento degli stipendi né per il rinnovo del contratto. Il sindacato parla di "déjà vu", denunciando l'esclusione dei lavoratori pubblici dalle misure per il settore privato. Si profila un'emergenza salariale per il personale di scuola e università.

Un divario tra pubblico e privato

Secondo la nota diffusa dalla Federazione Lavoratori della Conoscenza (FLC CGIL), la manovra presentata dal Governo ripropone uno schema già visto, definito un "déjà vu". Le aspettative di miglioramento per il settore pubblico si scontrano, ancora una volta, con la realtà di misure giudicate insufficienti. Il sindacato denuncia una netta divisione del mondo del lavoro, evidenziando come le promesse del Governo non trovino riscontro nei fatti. Nello specifico, la FLC CGIL sottolinea come gli interventi annunciati – tra cui il regime fiscale agevolato sui rinnovi contrattuali, i premi di produttività e l'aliquota agevolata al 10% su straordinari, turni festivi e notturni – sembrano destinati esclusivamente ai settori privati. Questa scelta, se confermata, escluderebbe oltre 3 milioni di lavoratori delle Pubbliche Amministrazioni, creando una disparità di trattamento ingiustificata. Il sindacato vede in questa mossa una strategia precisa: affrontare l'emergenza salariale con "misure estemporanee e parziali" che frammentano i lavoratori invece di unire il Paese.

Legge di bilancio 2026 e l'impatto sul comparto Istruzione

Per il personale del comparto Istruzione e Ricerca (scuola, università, ricerca e Afam), la situazione appare ancora più critica. La FLC CGIL evidenzia che l'unica misura che potrebbe, in via teorica, coinvolgere il pubblico impiego è la detassazione del salario accessorio. Tuttavia, il sindacato la definisce "irrilevante" nella busta paga dei lavoratori di questi settori, data la struttura specifica delle loro retribuzioni. La nota è perentoria: nel testo della manovra non vi è "niente di niente" per perequare le retribuzioni del comparto. Queste retribuzioni, ricorda la FLC CGIL, sono le più povere di tutto il lavoro pubblico. Allo stesso modo, mancano totalmente interventi mirati alla stabilizzazione del personale precario, una piaga storica del settore. Questa assenza di stanziamenti ha, secondo il sindacato, una conseguenza diretta e grave: lo stallo delle trattative all'Aran.

Lo stallo delle trattative e la mobilitazione

Il nodo centrale, come spiega la FLC CGIL, è il rinnovo contrattuale 2022/24. Le trattative tra l'Aran (l'Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni) e le organizzazioni sindacali "stentano a decollare" proprio per questa ragione. Il sindacato chiarisce che, anche qualora i provvedimenti fiscali menzionati venissero estesi al settore pubblico, essi "non inciderebbero significativamente" sul rinnovo, poiché niente di aggiuntivo verrebbe destinato alle risorse contrattuali. Secondo l'analisi del sindacato, il Governo starebbe chiedendo al personale di scuola, università, ricerca e Afam di accettare passivamente un taglio di due terzi del potere di acquisto accumulato nel triennio di riferimento, a causa dell'inflazione galoppante. Di fronte a una manovra di questa natura, la FLC CGIL annuncia che le lavoratrici e i lavoratori "non mancheranno di far sentire le proprie proteste". La nota si conclude con un appello alla mobilitazione, a partire dalla manifestazione promossa dalla CGIL per il prossimo 25 ottobre.

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