Link Campus University, lauree facili: condannati in primo grado l’ex ministro Scotti e i vertici dell'ateneo
Condannati i vertici della Link Campus University per un sistema di lauree facili. La sentenza colpisce l'ex ministro Scotti per associazione a delinquere.
Condannati i vertici della Link Campus University per un sistema di lauree facili. La sentenza di primo grado colpisce l'ex ministro Vincenzo Scotti, il rettore e il direttore generale. L'accusa è di aver garantito titoli di studio a studenti, soprattutto agenti, senza esami regolari.
La sentenza del tribunale di Firenze
Il Tribunale di Firenze ha emesso una sentenza di condanna per i vertici della Link Campus University. Cinque anni e sei mesi sono stati inflitti all'ex ministro e presidente dell'ateneo, Vincenzo Scotti, stessa pena per il rettore Claudio Roveda e il direttore generale Pasquale Russo. I reati contestati sono associazione a delinquere e falso. Questa decisione di primo grado conferma l'impianto accusatorio di un'indagine che ha svelato un presunto sistema fraudolento, sollevando interrogativi sulla vigilanza del Ministero dell'Istruzione e sul ruolo di alcuni sindacati di polizia.
Un sistema basato sulla frode
Secondo l'accusa, il meccanismo era sistemico e ben rodato. La truffa si basava sulla falsificazione di verbali d’esame, con prove d'appello mai realmente sostenute dagli studenti. Alcuni docenti avrebbero firmato attestati per materie che non avevano mai insegnato. L'obiettivo era garantire il conseguimento della laurea in cambio del pagamento delle rette universitarie, una parte delle quali, secondo le indagini, finiva a una fondazione legata al sindacato di polizia Siulp. Un sistema basato su interessi economici e rapporti di potere.
Il paradosso istituzionale
La vicenda rivela aspetti surreali e un evidente paradosso. Un'università privata legalmente riconosciuta, guidata da un ex ministro dell'Interno, è accusata di aver creato una scorciatoia per il conseguimento di titoli accademici. Coinvolti come beneficiari ci sarebbero stati anche membri delle forze dell'ordine, ovvero coloro che dovrebbero tutelare la legalità. Questo scenario danneggia gravemente l'immagine del sistema accademico e la fiducia nelle istituzioni, a scapito degli studenti che si impegnano onestamente nel loro percorso di studi e delle loro famiglie.
Dettagli surreali dall'inchiesta
Dalle indagini sono emersi episodi emblematici della gestione degli esami. Si parla di un docente di spagnolo che non conosceva la lingua ma firmava comunque i verbali. Situazioni simili si sarebbero verificate per esami di Diritto Internazionale e Analisi Strategica, con professori ufficialmente presenti in commissione mentre si trovavano altrove. Le firme sui registri venivano apposte ugualmente, trasformando la valutazione accademica in una pura formalità burocratica, priva di qualsiasi rigore e controllo effettivo da parte dell'ateneo.
Le conclusioni del processo
La sentenza di primo grado dunque delinea un quadro di grave irregolarità all'interno della Link Campus University. Le condanne ai vertici, tra cui l'ex ministro Scotti, evidenziano un sistema che avrebbe sacrificato il rigore accademico per interessi economici e di potere.