ll pilota Ferrari Hamilton a Downing Street: 'La scuola ha fallito con me, ora serve ascolto e inclusione'
Ricordiamo l'incontro tra Hamilton e il Premier Starmer: giorni dopo, il suo appello per una scuola più inclusiva e attenta agli studenti fragili


Oggi è il 20 giugno 2025. A sedici giorni esatti da quando Lewis Hamilton, (pilota Ferrari e sette volte campione del mondo di Formula 1) è stato ricevuto a Downing Street dal Primo Ministro britannico, torniamo su quell’incontro per riflettere su un messaggio che merita la nostra attenzione. La sua denuncia contro una scuola che dimentica i più fragili è un invito a ripensare il sistema educativo con coraggio
Una scuola che non ascolta: la testimonianza di Hamilton
“Con me la scuola ha fallito, mi sono sempre sentito messo in disparte”. Con queste parole, Lewis Hamilton ha aperto il confronto con il Primo Ministro britannico Keir Starmer e la Segretaria di Stato per l’Istruzione Bridget Phillipson, lo scorso 4 giugno 2025 a Downing Street. Il pilota ha raccontato le sue difficoltà scolastiche, il bullismo, l’assenza di ascolto: un’esperienza che lo ha segnato a tal punto da spingerlo a fondare Mission 44, l’organizzazione con cui oggi promuove l’inclusione scolastica e l’accesso alle carriere STEM per i giovani emarginati.
Hamilton e la scuola inclusiva: parole che non devono cadere nel silenzio
L’incontro tra Hamilton e il governo non è stato solo un fatto di cronaca, ma un appello universale a rivedere i fondamenti del sistema educativo. Il tempo trascorso permette di cogliere meglio il senso profondo del messaggio: costruire una scuola che non lasci indietro nessuno, dando voce a chi, finora, non è stato ascoltato.
L’impegno del governo e il progetto con Mission 44
Il confronto a Downing Street ha visto la partecipazione di docenti, studenti, dirigenti e attivisti: tutti uniti dal desiderio di trasformare la scuola. Il governo britannico ha promesso di costruire entro il 2026 un quadro nazionale che coinvolga realmente gli studenti, ascoltandone le esperienze e raccogliendo dati concreti per orientare le politiche educative. Il Premier Starmer ha ringraziato Hamilton: “Questa è una sua idea. È la sua eredità”, ha dichiarato. Il cuore della proposta è un’alleanza tra istituzioni e fondazioni come Mission 44 per una scuola che non selezioni, ma accompagni.
Un messaggio che vale anche oltre il Regno Unito
Hamilton ha dimostrato che l’impegno civile può andare oltre le piste da corsa. La sua denuncia ha smosso coscienze e aperto un dibattito globale. Anche in Italia, dove la dispersione scolastica e la povertà educativa restano problemi urgenti, le sue parole risuonano forti: “Ogni bambino deve sentirsi accolto, valorizzato, rispettato. A me questo non è stato concesso. Ma oggi so quanto può fare la differenza una scuola che ascolta”. Ecco perché vale la pena parlarne oggi, a mente lucida, quando la notizia ha lasciato spazio alla riflessione.