Maestra perde le staffe: condannata per aver lanciato un diario in faccia ad alunno
La sentenza del tribunale punisce la docente pugliese: una maestra condannata a sei mesi per aver ferito un bimbo di otto anni in classe.
Una vicenda giudiziaria in Puglia si è conclusa con una maestra condannata a sei mesi di reclusione. L'insegnante è stata ritenuta colpevole di aver lanciato un diario contro un alunno, causandogli lesioni personali al volto durante l'orario scolastico. Il tribunale ha disposto anche un risarcimento danni per la famiglia della vittima, chiudendo il primo grado di un caso che ha scosso la comunità locale.
Le motivazioni della sentenza contro la maestra condannata
Il Tribunale ha emesso un verdetto chiaro riguardo agli eventi verificatisi nel gennaio 2021 in una scuola elementare della Puglia. La decisione vede la maestra condannata alla pena detentiva di sei mesi, oltre al pagamento di una somma pari a 3.500 euro stabilita come ristoro per i genitori del minore coinvolto. Le accuse confermate in sede di giudizio sono pesanti e riguardano il reato di lesioni personali aggravate dall'abuso dei poteri inerenti alla delicata funzione pubblica svolta dall'imputata. La gravità del fatto è stata accentuata dalla circostanza specifica che l'atto violento è stato perpetrato all'interno di un istituto scolastico ai danni di un bambino di soli otto anni, violando il rapporto di fiducia essenziale tra docente e discente.
La ricostruzione della violenza in classe
Dalle ricostruzioni effettuate dagli inquirenti nel corso del processo, emerge un quadro preoccupante del clima che si respirava in aula. L'episodio scatenante sarebbe avvenuto durante una lezione di inglese: di fronte all'incapacità dell'alunno di tradurre correttamente una frase, l'insegnante avrebbe reagito proferendo insulti ripetuti verso l'intera scolaresca, composta da 17 bambini. La rabbia sarebbe culminata nel lancio violento del diario, che ha colpito il bambino al viso provocando una ferita al labbro e una copiosa perdita di sangue. Secondo l'impianto accusatorio, la docente non avrebbe prestato il necessario soccorso, mostrando una sostanziale indifferenza verso l'evidente stato di shock del piccolo alunno, rimasto ferito e spaventato al banco.
Dalle indagini difensive al ricorso in appello
Un aspetto inquietante della vicenda riguarda il silenzio iniziale della vittima. Il bambino, rientrato a casa, non aveva rivelato l'accaduto e i familiari avevano attribuito la lesione al freddo intenso di quei giorni. La verità è emersa solo grazie al racconto dei compagni di classe, che hanno informato i propri genitori, permettendo così alla madre della vittima di apprendere i fatti e sporgere denuncia ai Carabinieri. Durante il dibattimento, la difesa ha tentato di smontare le accuse sostenendo l'assenza di riscontri oggettivi e sottolineando che le testimonianze provenissero esclusivamente da minori. Il giudice non ha accolto tale tesi difensiva. Il legale dell'insegnante ha già annunciato l'intenzione di presentare ricorso in appello non appena saranno depositate le motivazioni, nel tentativo di ridiscutere le responsabilità penali della donna.