Manovra economica 2025: ok finale dalla Camera
Approvata in via definitiva la manovra economica con 216 voti. Focus su pensioni, sanità e fisco per dare certezze a famiglie e imprese.
La Camera ha approvato la manovra economica con 216 voti favorevoli. Il testo punta su taglio delle tasse e sostegno alla sanità pubblica, scatenando però le critiche delle opposizioni che parlano di misure insufficienti per i cittadini.
I punti chiave della manovra economica
La premier Giorgia Meloni ha definito il provvedimento serio e responsabile, orientato a sostenere famiglie, imprese e lavoro in un contesto internazionale complesso. La strategia mira a rendere strutturali alcune misure già avviate, garantendo una maggiore solidità economica al Paese nel lungo periodo. Il fondo sanitario nazionale riceverà un incremento di risorse per rispondere meglio ai bisogni di salute dei cittadini, in particolare:
Detassazione degli aumenti contrattuali per i lavoratori dipendenti.
Incremento del fondo dedicato alla sanità nazionale.
Sostegno mirato al settore agricolo e primario.
Riduzione di due mesi dell'innalzamento dell'età pensionabile per il 2027.
Il Ministro Giancarlo Giorgetti ha sottolineato che la legge si concentra sui redditi medio-bassi per contrastare l'inflazione e favorire i consumi. L'approvazione è giunta dopo una maratona notturna che ha visto il governo incassare la fiducia necessaria per il via libera definitivo. Nonostante i toni rassicuranti della maggioranza, il clima in aula è rimasto teso fino al voto finale.
Il dibattito parlamentare e le critiche
Elly Schlein ha espresso una dura condanna, definendo il documento una manovra di austerità che non offre soluzioni contro l'aumento del costo della vita. L'opposizione accusa l'esecutivo di trascurare la scuola pubblica e le politiche industriali, aggravando le disuguaglianze sociali ed economiche. Le critiche si sono concentrate anche sulla gestione delle accise e sulla mancanza di un piano strategico per i giovani.
Secondo le forze di minoranza, il taglio dell'assegno di inclusione e l'assenza di fondi per l'affitto rappresentano un segnale di disattenzione verso le fasce più deboli. La discussione ha evidenziato una profonda polarizzazione tra la visione di crescita del governo e le richieste di tutela sociale avanzate dal Partito Democratico e dal Movimento 5 Stelle. La sfida passerà ora alla fase attuativa per verificare l'impatto reale delle risorse stanziate.