Maturità 2026: la riforma tra novità e perplessità, comunicato CNDDU
La riforma della maturità analizzata dal CNDDU: luci e ombre del nuovo Esame di Stato, con focus su prova orale, valutazione e diritti degli studenti.


La riforma della maturità annunciata dal Ministro Valditara suscita un acceso dibattito nel mondo accademico. Il Coordinamento Nazionale Docenti dei Diritti Umani (CNDDU) analizza le novità, evidenziando le luci e le ombre del nuovo Esame di Stato. Se da un lato si apprezza la visione d'insieme dello studente, dall'altro emergono preoccupazioni su valutazione, struttura della prova e diritti.
Struttura dell'esame e valutazione
Il CNDDU esprime perplessità sulla nuova organizzazione della prova. L'introduzione di un esame orale obbligatorio su quattro materie, unita alla riduzione del numero dei commissari, potrebbe semplificare la gestione logistica. Tuttavia, si teme una compressione del percorso formativo degli studenti. La maturità non è solo un test finale, ma rappresenta un fondamentale rito di passaggio culturale e civile. L'eliminazione del documento di classe, pur alleggerendo la pressione emotiva, priverebbe la commissione di uno strumento utile per fotografare il lavoro collettivo e individuale, limitando la valutazione globale.
Aspetti pedagogici e diritti dello studente
Un punto particolarmente delicato riguarda la proposta di "vietare il silenzio", punendo con l'esclusione chi sceglie di non rispondere. Il CNDDU sottolinea con forza che la scuola non deve mai assumere le sembianze di un tribunale. È essenziale tutelare i diritti dello studente, garantendogli la possibilità di esprimere anche un momento di disagio o difficoltà senza che questo si trasformi in una colpa da sanzionare. Questo approccio solleva delicate questioni pedagogiche e giuridiche, minando il patto educativo tra docenti e allievi e snaturando la funzione stessa dell'esame.
Cittadinanza e formazione dei docenti
Non mancano, tuttavia, elementi visti con favore dal Coordinamento. La valorizzazione delle attività extrascolastiche e del senso di responsabilità civica è considerata un passo avanti importante. Si chiede, però, che i criteri di riconoscimento siano definiti in modo trasparente e condiviso, evitando eccessive discrezionalità. Accolta con interesse anche l'introduzione di un elaborato critico sulla cittadinanza attiva, a condizione che sia un'autentica occasione di crescita e non un mero adempimento burocratico. Infine, si ribadisce l'urgenza di una formazione sostanziale e non solo formale per i commissari.