Maturità e protesta: Crepet e il coraggio di crescere davvero

Il rifiuto dell’orale alla Maturità accende il dibattito. Crepet lo vede come resa tardiva e richiama a merito, resistenza e arte della sottrazione

22 agosto 2025 14:45
Maturità e protesta: Crepet e il coraggio di crescere davvero - Paolo Crepet
Paolo Crepet
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Il rifiuto di alcuni studenti di sostenere l’orale della Maturità divide l’opinione pubblica. Paolo Crepet lo definisce un gesto tardivo, sintomo di un sistema che non insegna più a reggere il peso di una delusione. Tra il ricordo del “18 politico” e l’invito alla “sottrazione”, lo psichiatra riflette su cosa significhi davvero crescere oggi

Un rifiuto che arriva tardi

Per Paolo Crepet, il rifiuto dell’orale non è ribellione ma resa fuori tempo massimo. Non ci si stanca all’improvviso, spiega, ma dopo anni in cui nessuno chiede come stai davvero. L’esame diventa il bersaglio finale di un percorso vuoto di ascolto e di confronto, dove lo sfogo arriva solo all’ultimo momento. “La protesta così – dice – non chiede cambiamento, certifica solo una stanchezza accumulata”.

Crepet: dal “18 politico” al mito della scorciatoia

Crepet rievoca il “18 politico”, non solo come ricordo universitario ma come simbolo di una cultura del minimo sforzo. L’idea che si possa ottenere senza impegnarsi, che il sistema debba adattarsi alle fragilità invece di allenarle, per lui è pericolosa: “Chi cresce così non sa sopportare un giudizio, un fallimento. Arriva alla vita sprovvisto”. La scuola diventa il primo specchio: se riflette percorsi facilitati, produrrà adulti incapaci di reggere contraccolpi.

Merito e sottrazione come allenamento

Il merito, sostiene Crepet, non è un trofeo ma un allenamento alla resistenza: “Non serve essere i migliori, serve fare le cose con senso”. Cita lo sport e atleti come Jannik Sinner, che perdono senza chiedere di cambiare le regole. A questo affianca la sottrazione, l’arte del rinunciare: imparare a stare senza, a tollerare un’assenza, a vivere un “no”. È lì che nasce la vera maturazione, non nei voti ma nella capacità di sostenere il vuoto senza fuggire.

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