Maxi risarcimento a docente di religione: MiM condannato per abuso di contratti a termine

Il Tribunale del Lavoro di Bologna sanziona l'abuso dei contratti a termine: maxi-risarcimento da quasi 40mila euro per un insegnante precario.

15 dicembre 2025 08:15
Maxi risarcimento a docente di religione: MiM condannato per abuso di contratti a termine - Giudice con la bilancia in mano
Giudice con la bilancia in mano
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Un docente di religione ottiene giustizia a Bologna dopo anni di precariato. Il Tribunale del Lavoro ha condannato il Ministero per abusiva reiterazione dei contratti, riconoscendo il danno subito. Al professore andranno quasi 40mila euro di risarcimento per la mancata immissione in ruolo.

La sentenza sul docente di religione

Il Tribunale ordinario di Bologna, sezione lavoro, ha emesso una condanna esemplare contro il Ministero dell'Istruzione. Accogliendo il ricorso presentato dai legali del sindacato Anief, Tiziana Sponga, Walter Miceli e Fabio Ganci, il giudice ha sancito l'illegittimità della reiterazione dei contratti a termine imposta per anni all'insegnante. Per un periodo eccessivamente lungo, al lavoratore è stata negata qualsiasi opportunità di immissione in ruolo tramite procedure concorsuali pubbliche. La decisione giuridica attinge direttamente ai principi fondamentali stabiliti dalla Corte di Giustizia europea e dalla Corte di Cassazione. Il risarcimento record riconosce al docente ben 23 mensilità di stipendio, per un totale che sfiora i 40mila euro.

Abuso dei contratti e normativa UE

Questa importante sentenza mette in luce una criticità strutturale e profonda del sistema scolastico italiano. I magistrati hanno ribadito con fermezza che l'assenza cronica di concorsi specifici per chi insegna religione viola palesemente la normativa comunitaria vigente. L'utilizzo improprio e sistematico delle supplenze annuali lede i diritti fondamentali dei lavoratori, ponendosi in netto contrasto con la Direttiva UE 70/CE del 1999. Esiste ormai una pesante casistica giurisprudenziale che condanna l'amministrazione statale per la mancata stabilizzazione dei dipendenti. Il tribunale ha voluto sanzionare severamente l'abuso delle supplenze che si protraggono ingiustificatamente nel tempo, riconoscendo il danno economico e professionale.

La posizione del sindacato Anief

Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ha commentato con toni decisi l'esito del ricorso. Per il leader sindacale, il recente deferimento dell'Italia alla Corte di Giustizia Europea è la conseguenza inevitabile di anni di immobilità legislativa. Pacifico evidenzia un dato statistico allarmante: attualmente un docente su quattro resta precario, una condizione che genera oltre 200mila supplenze annuali ripetute nel tempo. La situazione appare drammatica specificamente per i docenti di religione, spesso costretti a andare in pensione da precari senza mai raggiungere la stabilità lavorativa. È ormai imperativo che lo Stato si adegui alle richieste dell'Unione europea sulla stabilizzazione del personale della Pubblica Amministrazione.

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