Omicidio a Milano, 15enne uccide anziana ex vicina: 'Ero vittima di bullismo'

Un 15enne ha ucciso un’ex vicina a Milano. Dietro l’omicidio, episodi di bullismo e disagio psichico. Un caso che interroga scuola e istituzioni.

17 maggio 2025 08:52
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Un ragazzo di 15 anni ha ucciso un’ex vicina di casa di 82 anni a Milano. Il minore, in stato di fermo, ha parlato di episodi di bullismo subiti a scuola e di un passato percorso di supporto psicologico. L’omicidio riporta drammaticamente al centro il tema della prevenzione del disagio giovanile.

L'omicidio e la confessione alla madre

Il fatto è avvenuto la mattina del 14 maggio, in un condominio milanese dove la vittima, un’anziana di 82 anni, aveva abitato accanto al giovane. Il quindicenne, invece di andare a scuola, si è recato nel palazzo e ha atteso la donna nell’androne, colpendola a morte. Dopo il delitto, il ragazzo è tornato a casa e ha confessato tutto alla madre, che ha immediatamente avvisato le forze dell’ordine. La polizia è intervenuta e ha disposto il fermo per omicidio. Il giovane è stato poi ascoltato dagli inquirenti alla presenza del pubblico ministero della procura per i minorenni.

Il disagio e gli episodi di bullismo

Nel corso dell’interrogatorio, il ragazzo avrebbe riferito di aver subito episodi di bullismo nell’ambiente scolastico, che avrebbero contribuito a un forte disagio psicologico. Secondo quanto riportato da La Repubblica, tali episodi erano già stati segnalati alla madre, che si era attivata parlando sia con l’istituto scolastico sia con i servizi sociali. Le autorità confermano che il minore era seguito da tempo da psicologi, in un percorso legato proprio alla fragilità emotiva e ai problemi scolastici.

Prima dell'omicidio in passato ha chiesto aiuto alla vittima

Nella sua deposizione, il ragazzo ha anche dichiarato di aver chiesto aiuto proprio alla vittima in passato, forse per trovare un modo di fuggire da una realtà che percepiva ostile. Resta da chiarire in che termini fosse avvenuta questa richiesta e se tra i due ci fosse un rapporto più profondo o occasionale. Il gesto resta comunque di estrema gravità, frutto di un’escalation che evidenzia la mancanza di una rete efficace di protezione e prevenzione del disagio minorile. Il contesto familiare, già attenzionato dai servizi sociali, appare fragile, con una sorellina più piccola e una madre coinvolta nei percorsi di assistenza.

Un caso che interroga la scuola e i servizi

Il caso pone ancora una volta l’accento sull’urgenza di azioni strutturali per affrontare il disagio giovanile nelle scuole. Non basta la segnalazione: è necessario un sistema che sappia intervenire prima che il dolore diventi violenza. La tragedia di Milano è uno squarcio su una crisi silenziosa, che riguarda studenti fragili, spesso isolati, e scuole in difficoltà nel garantire reale inclusività e sicurezza emotiva. Formazione docenti, sportelli psicologici stabili, monitoraggio costante e collaborazione tra istituzioni sono strumenti indispensabili per intercettare precocemente situazioni di rischio.