Operatore Scolastico: al via da Settembre 2025, polemiche per l'accesso solo agli interni

Dal 2025 debutta l’operatore scolastico, nuova figura ATA con compiti qualificati. Riforma riservata solo al personale interno: esclusi gli esterni. I dettagli.

21 aprile 2025 11:03
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Operatore Scolastico
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Dall'a.s. 2025/26 entrerà in vigore una novità significativa per il mondo della scuola: il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha annunciato l’introduzione stabile dell’operatore scolastico, una figura pensata per migliorare l’organizzazione interna degli istituti e garantire un maggiore supporto agli alunni con disabilità. La riforma prevede la trasformazione di 42.110 posti attualmente assegnati ai collaboratori scolastici, che saranno convertiti in ruoli più qualificati, seppur non specializzati. Le nuove mansioni dell’operatore scolastico includeranno:

  • assistenza di base agli studenti con disabilità;
  • supporto tecnico e organizzativo nelle attività quotidiane della scuola;
  • funzioni estese di vigilanza e cura degli ambienti scolastici.

L’obiettivo è quello di favorire una maggiore professionalizzazione del personale ATA, introducendo un profilo intermedio tra i collaboratori scolastici e le figure tecniche specializzate.

Operatore scolastico, accesso riservato solo agli interni: scoppia la polemica

La modalità di selezione dell’operatore scolastico ha sollevato critiche. Il reclutamento avverrà esclusivamente tramite mobilità verticale interna, riservata al personale già impiegato nelle scuole. Non sono previste convocazioni esterne né concorsi aperti, una scelta che esclude tutti coloro che da anni attendono di entrare nel mondo scolastico. Per candidarsi, i collaboratori scolastici dovranno soddisfare uno dei seguenti requisiti: almeno 5 anni di servizio e una qualifica professionale coerente nell’ambito socio-sanitario; oppure 10 anni di servizio con il solo diploma di scuola media inferiore. Questa impostazione ha provocato la protesta di molti aspiranti esterni, che avevano investito in corsi e qualifiche nella speranza di accedere al settore scolastico. L’esclusione di nuove candidature è stata vista come una “porta chiusa” per chi si trova fuori dal sistema pubblico di istruzione.

Costi, aumenti e tagli: i numeri della riforma

La riforma dell’operatore scolastico sarà accompagnata da un investimento complessivo di 25 milioni di euro, con un aumento medio lordo di 400 euro annui per chi passerà al nuovo profilo. Tuttavia, molti osservatori giudicano questo adeguamento insufficiente rispetto alle nuove responsabilità attribuite. Parallelamente, la Legge di Bilancio ha previsto il taglio di 2.174 posti di collaboratore scolastico, una misura che potrebbe generare disservizi soprattutto nei plessi con un alto fabbisogno di personale. Il rischio è quello di compromettere l’efficienza organizzativa e ostacolare il necessario ricambio generazionale all’interno del personale ATA.

Inclusività a metà? Il nodo del reclutamento

L’introduzione dell’operatore scolastico rappresenta un passo importante per l’inclusione scolastica e il miglioramento della gestione interna degli istituti. Tuttavia, la scelta di un reclutamento chiuso rischia di escludere una vasta platea di candidati qualificati, sollevando dubbi sulla trasparenza e sull’equità dell’accesso alla Pubblica Amministrazione. Nei prossimi mesi, il Ministero sarà chiamato a valutare eventuali modifiche al sistema di selezione, per garantire un equilibrio tra il principio della continuità interna e il diritto di accesso di nuovi candidati. Una scuola inclusiva, infatti, deve esserlo non solo nei contenuti, ma anche nelle sue modalità di assunzione.