Opzione donna 2025, emendamento in Manovra: estensione per le licenziate
L'emendamento in Manovra punta ad allargare la platea di Opzione donna includendo disoccupate e contratti a termine.
Fratelli d'Italia propone un emendamento cruciale per salvare Opzione donna nella prossima manovra finanziaria. La misura punta a prorogare i termini per l'uscita anticipata includendo nuove categorie di lavoratrici. Per attuare questa estensione servono 90 milioni di euro di copertura economica.
Il tentativo di salvataggio in manovra
La misura, inizialmente esclusa dalla legge di bilancio, potrebbe rientrare grazie all'intervento del partito di maggioranza. La senatrice Paola Mancini ha presentato una proposta per spostare il termine di maturazione dei requisiti al 31 dicembre 2025.
I nuovi criteri di accesso a Opzione donna
L'emendamento mira a includere categorie precedentemente escluse dal governo Meloni, come le lavoratrici licenziate da aziende senza tavolo di crisi aperto. Le modifiche introducono requisiti specifici per ampliare la platea delle beneficiarie:
Dimissioni per giusta causa: inclusione delle lavoratrici che hanno interrotto il rapporto per gravi motivazioni.
Risoluzioni consensuali: accesso garantito anche in caso di accordi assistiti di fine rapporto.
Contratti a termine: possibilità di accesso per chi ha lavorato almeno 18 mesi negli ultimi 36 come dipendente.
Per accedere tramite la scadenza del contratto a termine, è necessario aver concluso interamente il periodo di fruizione della Naspi prima di presentare la domanda.
Requisiti anagrafici e coperture
Nonostante l'allargamento della platea, i pilastri fondamentali della misura previdenziale rimangono invariati per le richiedenti. Sono richiesti 61 anni di età e 35 anni di contributi per poter accedere al pensionamento anticipato.
Restano confermati anche gli altri canali di accesso già previsti dalla normativa vigente:
Assistenza a familiari conviventi con handicap grave (Legge 104).
Riduzione della capacità lavorativa con invalidità civile superiore al 74%.
Dopo una prima inammissibilità, l'emendamento è stato riammesso grazie a una riformulazione tecnica validata dalla Ragioneria. La senatrice Mancini ha sottolineato la presenza di una volontà trasversale tra maggioranza e opposizione per approvare la misura.