Pensione a 61 e 62 anni: ritorna Opzione Donna e Quota 103, le novità in manovra

Il governo valuta la proroga di Opzione Donna e Quota 103, riaprendo la via per l'uscita anticipata nella prossima Legge di Bilancio.

25 novembre 2025 11:30
Pensione a 61 e 62 anni: ritorna Opzione Donna e Quota 103, le novità in manovra - pensione anticipata
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La discussione sulla prossima manovra finanziaria riaccende le speranze dei lavoratori prossimi al ritiro. Nella legge di Bilancio, inizialmente rigida, si fa strada la concreta possibilità di una pensione a 61 e 62 anni anche per il prossimo biennio. Grazie a nuovi emendamenti parlamentari, misure come Opzione Donna e Quota 103 potrebbero essere salvate in extremis. L'obiettivo è garantire canali di flessibilità in uscita alternativi alla legge Fornero.

Il quadro generale della manovra finanziaria

Fino a poche settimane fa, la Legge di Bilancio 2026 sembrava destinata a offrire poche concessioni sul fronte previdenziale. Il testo originale prevedeva quasi esclusivamente la proroga dell’Ape Sociale e confermava l’adeguamento dei requisiti pensionistici legato alle aspettative di vita per il biennio 2027-2028. Tuttavia, l'iter parlamentare ha cambiato le carte in tavola. Le misure di flessibilità che sembravano destinate alla cancellazione sono tornate al centro del dibattito politico. Attualmente, si lavora per inserire nel testo definitivo quegli strumenti che permettono di evitare lo scalone dei 67 anni, offrendo una sponda sicura a chi necessita di un pensionamento anticipato. La conferma di queste opzioni rappresenterebbe una svolta inattesa rispetto alla bozza di ottobre approvata dal Consiglio dei Ministri, rispondendo alle richieste di maggiore tutela per le categorie lavorative svantaggiate.

Ipotesi pensione a 61 e 62 anni ed estensione delle tutele

L'attenzione si concentra in particolare sulle lavoratrici nate nel 1964, per le quali potrebbe riaprirsi la strada di Opzione Donna. La misura consente l'uscita con 35 anni di contributi maturati entro il 31 dicembre 2025, a patto di aver compiuto 61 anni. Sebbene la versione attuale limiti l'accesso a caregiver, invalide e dipendenti di aziende in crisi, un emendamento chiave proposto dalla maggioranza punta ad ampliare la platea. La modifica includerebbe le disoccupate che hanno terminato la Naspi, offrendo una soluzione concreta per la pensione a 61 e 62 anni a chi ha perso il lavoro involontariamente. Questa revisione permetterebbe di sanare una disparità di trattamento, garantendo una via d'uscita a donne che, a causa dell'età anagrafica, faticano a trovare una nuova collocazione professionale nel mercato del lavoro odierno.

Il possibile rinnovo di Quota 103 e incentivi

Parallelamente, prende quota l'ipotesi di una proroga per tutto il 2026 di Quota 103. Questo canale permetterebbe di accedere alla pensione a 62 anni con un'anzianità contributiva di 41 anni di versamenti. Il meccanismo manterrebbe le consuete finestre mobili per la decorrenza del trattamento: 7 mesi per i lavoratori del settore privato e 9 mesi per i dipendenti pubblici. Oltre alla flessibilità in uscita, verrebbe confermato il cosiddetto Bonus Maroni. Tale incentivo offre la possibilità di posticipare il pensionamento ricevendo in busta paga la quota di contributi a carico del lavoratore, garantendo così uno stipendio netto più alto. Si delinea dunque uno scenario in cui, contrariamente alle previsioni iniziali, le opportunità di lasciare il lavoro prima dei 67 anni potrebbero rimanere sostanzialmente invariate, se non addirittura migliorate, per specifiche categorie di lavoratori.

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