Ore di sostegno: il Tribunale di Nocera impone il rispetto del PEI
Ridurre le ore di sostegno assegnate è discriminazione: i giudici ordinano l'obbligo di garantire la copertura totale prevista dal piano.
Una recente ordinanza conferma che ridurre le ore di sostegno rispetto al fabbisogno è illegittimo. Il Tribunale ha accolto il ricorso di una famiglia, ribadendo che il Piano Educativo Individualizzato è vincolante. Tagliare le risorse equivale ad una discriminazione indiretta per l'alunno.
Il diritto alle ore di sostegno e il caso specifico
Il Tribunale di Nocera Inferiore ha emesso un verdetto cruciale per il mondo della scuola, accogliendo la richiesta di un genitore contro la diminuzione dell'assistenza didattica alla figlia. La minore, con una disabilità certificata, necessitava di un rapporto 1:1. Nonostante il Piano Educativo Individualizzato prescrivesse la copertura totale, l'istituto aveva assegnato un monte orario inferiore. I giudici hanno chiarito che l'amministrazione non possiede il potere discrezionale di limitare il supporto per mere esigenze di bilancio. Una volta stabilita dagli esperti la necessità di 30 ore settimanali, queste devono essere erogate integralmente per garantire l'apprendimento e l'autonomia dello studente.
La giurisdizione e l'orientamento della Cassazione
Il Ministero aveva tentato di spostare la competenza al giudice amministrativo, ma l'eccezione è stata respinta. Seguendo il consolidato orientamento della Corte di Cassazione, è stato confermato che la mancata erogazione delle risorse lede un diritto soggettivo fondamentale. Quando la scuola non rispetta il piano approvato, si configura una discriminazione indiretta che compromette le pari opportunità nella fruizione del servizio. Non si tratta di un semplice interesse legittimo, ma del pieno diritto all'istruzione dell'alunno con disabilità. La magistratura ordinaria ha quindi il dovere di intervenire per rimuovere gli ostacoli che impediscono la reale integrazione scolastica.
Normativa e obblighi per l'amministrazione
La decisione si fonda sui principi della Carta dei diritti UE e sulla Convenzione di New York, che vietano trattamenti svantaggiosi basati sulla disabilità. La sentenza ha conseguenze immediate e pratiche per l'istituzione scolastica:
L'amministrazione deve cessare immediatamente la condotta pregiudizievole;
È obbligatorio fornire sostegno didattico specializzato per tutte le ore previste dal documento di programmazione;
La condanna include il pagamento delle spese del giudizio a favore della famiglia ricorrente.
Il diritto dello studente prevale sui vincoli di organico, come ribadito dalla Corte Costituzionale, garantendo così l'effettiva inclusione sociale e scolastica per l'anno corrente e per quelli futuri.