Pensione anticipata: oltre 44 anni di contributi per i nuovi requisiti entro il 2035

Un'analisi delle stime future sulla pensione anticipata: ecco come cambieranno i requisiti contributivi e l'impatto dell'aspettativa di vita.

29 dicembre 2025 15:00
Pensione anticipata: oltre 44 anni di contributi per i nuovi requisiti entro il 2035 - Pensione anticipata
Pensione anticipata
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Le recenti proiezioni indicano un inasprimento dei criteri per la pensione anticipata. Entro il 2035, l'aumento dell'aspettativa di vita e le finestre mobili richiederanno oltre 44 anni di contributi per l'uscita anticipata dal mondo del lavoro.

Evoluzione dei criteri per la pensione anticipata

Attualmente i requisiti prevedono poco meno di 43 anni di versamenti, ma le proiezioni indicano un inasprimento già entro il 2028. Nel 2035 un lavoratore medio dovrà maturare 44 anni e due mesi di anzianità contributiva per ritirarsi. Questo scenario deriva dal calcolo combinato tra la speranza di vita e l'allungamento delle finestre mobili, che passeranno da tre a sei mesi.

L'evoluzione dei contributi verso il 2035

Le previsioni della Ragioneria dello Stato delineano un futuro complesso per chi punta alla pensione anticipata ordinaria. Entro il 2035, gli uomini dovranno aver maturato almeno 44 anni e due mesi di contributi, mentre per le donne la soglia salirà a 43 anni e due mesi. Questo incremento è dovuto all'adeguamento dei requisiti in base alla speranza di vita e all'estensione della finestra mobile a sei mesi.

Considerando i dati OCSE sull'età media di ingresso nel mercato del lavoro, fissata tra i 24 e i 26 anni, l'accesso all'assegno diventerà sempre più tardivo. Il sistema attuale richiede infatti un inizio di carriera estremamente precoce per poter beneficiare dell'uscita anticipata entro i termini previsti. L'allungamento dei tempi di attesa rappresenta dunque una sfida previdenziale significativa per le nuove generazioni di contribuenti.

Le cause dell'innalzamento e le alternative disponibili

Il meccanismo alla base di questi cambiamenti, come dicevamo, è legato alla legge Fornero, che impone un aggiornamento periodico basato su dati demografici. Senza riforme strutturali, nel 2070 potrebbero essere necessari ben 46 anni di versamenti previdenziali per lasciare il lavoro. Attualmente, l'età media di ingresso nel mercato occupazionale rende questo traguardo raggiungibile quasi esclusivamente per chi inizia a lavorare prima dei ventitré anni.

Esistono tuttavia alcune opzioni per mitigare l'impatto di queste norme, sebbene soggette a requisiti stringenti e conferme legislative annuali:

  • Ape Sociale: destinata a categorie specifiche come i lavoratori fragili o chi svolge mansioni particolarmente gravose.

  • Pensione anticipata contributiva: accessibile a chi ha iniziato a versare dopo il 1995, con almeno 64 anni e 10 mesi di età e un importo soglia elevato.

  • Riscatto della laurea: uno strumento utile per coprire i buchi contributivi del periodo universitario e incrementare l'anzianità lavorativa totale.

  • Versamenti volontari: una soluzione per chi desidera raggiungere i requisiti necessari indipendentemente dalla continuità del rapporto di lavoro.

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