Pensioni: poche risorse per Quota 103 e riforme 2026
Pensioni al centro della Manovra 2026: Quota 103, Fornero e Tfr tra le priorità, ma con risorse limitate il Governo valuta soluzioni ridotte.


Le pensioni restano al centro della prossima Manovra finanziaria 2026, ma con risorse limitate , appena 16 miliardi di euro, il Governo dovrà fare scelte difficili. Tra le priorità figurano la conferma di Quota 103, Opzione Donna e Ape Sociale, ma anche il tentativo di frenare l’aumento automatico dell’età pensionabile previsto dalla legge Fornero. Possibile, inoltre, un intervento sul Tfr con il meccanismo del silenzio-assenso per incentivare la previdenza integrativa.
Le opzioni di flessibilità in bilico
Le misure di pensione anticipata come Quota 103, Opzione Donna e Ape Sociale rischiano di essere ridimensionate o non rinnovate a causa delle scarse risorse disponibili. Queste formule permettono di lasciare il lavoro prima dei 67 anni previsti dalla legge Fornero, ma hanno un costo elevato per lo Stato. Il Governo valuta di restringere ulteriormente l’accesso alle agevolazioni, come già avvenuto negli anni scorsi, per mantenere un equilibrio tra sostenibilità dei conti pubblici e tutela dei lavoratori in uscita.
Nonostante le critiche della Banca d’Italia, che considera queste misure poco utili alla crescita economica, l’Esecutivo intende confermarle almeno in parte. Si punta a garantire un sostegno alle categorie più fragili, come donne, disoccupati e lavoratori con carriere lunghe, ma l’entità del rinnovo dipenderà dalle coperture disponibili nella legge di bilancio.
Età pensionabile e nuovo freno Fornero
Un altro nodo riguarda l’aumento dell’età pensionabile legato all’aspettativa di vita. Dal 2027 la soglia dovrebbe salire a 67 anni e 3 mesi, ma il Governo sta valutando una sterilizzazione parziale dell’incremento. Bloccare del tutto l’aumento costerebbe circa 3 miliardi di euro, quasi un quinto della manovra, perciò si ipotizza un aumento graduale, limitato a due mesi nel 2027 e completato nel 2028.
Il provvedimento non interesserebbe tutti i lavoratori, ma solo quelli considerati più meritevoli di tutela, come chi svolge lavori gravosi o ha redditi bassi. Questo “freno” rappresenterebbe un compromesso tra rigore e protezione sociale, cercando di contenere gli effetti della riforma Fornero senza compromettere gli equilibri di bilancio.
Previdenza integrativa e silenzio-assenso sul Tfr
Oltre al tema dell’età pensionabile, il Governo guarda al futuro degli assegni. Con il sistema contributivo, le pensioni future saranno più basse e molti lavoratori rischiano di trovarsi in difficoltà economica. Per incentivare la previdenza complementare, si valuta di introdurre il silenzio-assenso sul trasferimento di una parte del Tfr verso i fondi integrativi di categoria.
Questa misura avrebbe l’obiettivo di aumentare la partecipazione ai fondi pensione, oggi ancora limitata in Italia, e di garantire rendite più sicure ai lavoratori più giovani. Il semestre di adesione automatica potrebbe essere una spinta decisiva per diffondere una cultura del risparmio previdenziale.
La Manovra 2026 si presenta con margini stretti e scelte difficili per le pensioni. Il Governo dovrà bilanciare rigore finanziario e tutela sociale, decidendo se confermare o limitare misure come Quota 103, Ape Sociale e Opzione Donna, oltre a modulare l’aumento dell’età pensionabile. L’introduzione del silenzio-assenso sul Tfr potrebbe rappresentare un passo verso un sistema più sostenibile e orientato alla previdenza integrativa.