Percorsi sostegno per tre anni di servizio e titolo estero ancora fermi: Università pronte, ma perché i corsi non sono ancora partiti?

Percorsi sostegno per tre anni di servizio e titolo estero ancora fermi: Università pronte ma il Ministero non ha autorizzato l’avvio dei corsi.

19 giugno 2025 11:43
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I percorsi di specializzazione sul sostegno destinati ai docenti con tre anni di servizio e a quelli con titolo estero riconoscibile sono previsti dal DL 71/2024 e devono concludersi entro dicembre 2025. Nonostante i decreti attuativi siano stati pubblicati ad aprile, i corsi non sono ancora partiti. Università e candidati attendono risposte dal Ministero, mentre il tempo stringe

I decreti attuativi per il sostegno e la ripartizione dei posti

Il DM 75/2025 e il DI 77/2025, pubblicati lo scorso aprile, regolano l’accesso ai percorsi di specializzazione sul sostegno per due categorie di docenti: quelli con almeno tre anni di servizio su posto di sostegno e quelli con titolo estero in attesa di riconoscimento. Per i primi sono previsti 52.000 posti, di cui 20.700 assegnati alle Università e il resto a INDIRE. La ripartizione è dettagliata: 3.000 posti all’infanzia, 12.300 alla primaria, 3.600 al primo grado e solo 1.800 posti al secondo grado, in regime di numero chiuso. Per i docenti con titolo estero sono stimati circa 11.000 posti, con criteri meno rigidi. Nonostante la pubblicazione dei decreti, però, i corsi non sono stati ancora avviati.

Comunicazioni ministeriali e silenzio dopo il 7 giugno

Il Ministero ha chiesto agli atenei, con avviso del 22 maggio, di comunicare il proprio potenziale formativo per l’organizzazione dei percorsi. Una proroga al 7 giugno è arrivata con successivo avviso del 29 maggio. Dopo quella data, però, non sono seguite ulteriori comunicazioni ufficiali. Solo alcune università hanno pubblicato brevi avvisi preliminari, mentre una sola ha pubblicato un bando completo, in attesa del decreto definitivo di attivazione. Nel frattempo, ai candidati con titolo estero è stato chiesto di esprimere la rinuncia al contenzioso pendente entro il 25 giugno, condizione necessaria per accedere al percorso. La rinuncia, va ricordato, non influisce sulle GPS o sulle supplenze, ma solo sulla possibilità di frequentare il corso.

Percorsi di sostegno: la protesta degli atenei e il ruolo di INDIRE

La gestione dei percorsi ha generato forti tensioni tra le università e il Ministero, in particolare per il ruolo assegnato a INDIRE. Le Università, come affermato anche dall’ateneo Link, sarebbero in grado di gestire autonomamente tutti i 52.000 posti, ma nella ripartizione sono relegate a una funzione limitata e subordinata. In particolare, per la secondaria di secondo grado la disponibilità di soli 1.800 posti appare del tutto insufficiente. Le università chiedono di ripensare la distribuzione, e per questo è stata proposta l’apertura di un tavolo tecnico per rivedere l’impianto e garantire una partecipazione piena del sistema accademico. La sensazione, in assenza di un’intesa, è che l’attivazione dei percorsi rischi un ulteriore slittamento.

Tempi stretti verso il PNRR3

I tempi sono ormai molto ristretti. Il decreto prevede che i percorsi abbiano una durata minima di quattro mesi e che si concludano entro il 31 dicembre 2025. Non solo: per molti candidati, il conseguimento del titolo rappresenta un requisito fondamentale per partecipare al concorso docenti previsto dal PNRR3, il cui bando è atteso entro fine anno. Il ritardo accumulato rischia di compromettere la possibilità di partecipazione e di vanificare gli sforzi di chi è in attesa da mesi. Senza una rapida autorizzazione ministeriale, le università non possono partire, e i docenti coinvolti restano sospesi in una condizione di incertezza che rischia di diventare strutturale.