Pistola in classe a Torino, CNDDU: 'Ricostruire il senso del limite, serve un patto educativo'
Dopo la pistola in classe a Torino, il CNDDU chiede un'alleanza per ricostruire il senso del limite e sostenere i docenti.
L'episodio della pistola in classe a Torino, all'Istituto Peano, scuote la scuola. Non un semplice "scherzo", ma un gesto che rivela un disagio profondo e la crisi del senso del limite. È il sintomo di un vuoto educativo che richiede un intervento immediato per sostenere i docenti e la comunità.
Pistola in classe a Torino: comprendere e ricostruire il senso del limite a scuola
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani esprime profonda preoccupazione per l’ennesimo episodio di violenza simbolica e mancanza di rispetto nei confronti del corpo docente, verificatosi a Torino, presso l’Istituto “Peano”, dove uno studente quindicenne ha puntato una pistola – seppur giocattolo – contro il proprio insegnante di matematica.
Un gesto che non può essere liquidato come “uno scherzo”, poiché rivela la fragilità dei legami educativi e la crescente difficoltà delle giovani generazioni nel riconoscere il valore dell’autorità educativa e il senso del limite. La scuola, luogo per eccellenza di dialogo e crescita, si trasforma troppo spesso in teatro di gesti sconsiderati che rispecchiano un disagio profondo e collettivo.
È inquietante constatare come l’emulazione, il bisogno di apparire “forti” o “dominanti” agli occhi dei coetanei, prevalgano sul rispetto reciproco. Un’arma, vera o finta che sia, non può entrare in un’aula scolastica senza incrinare irreparabilmente la fiducia, la serenità e la sacralità del rapporto educativo.
Il CNDDU richiama con forza l’attenzione delle istituzioni sulla necessità di potenziare percorsi di educazione ai diritti umani, alla legalità e alla nonviolenza, per restituire significato ai valori fondanti della convivenza civile. È urgente sostenere i docenti, troppo spesso soli di fronte a situazioni che minano la loro dignità e la sicurezza delle comunità scolastiche.
La scuola deve tornare a essere un presidio di umanità, dove l’ascolto, la comprensione e la responsabilità condivisa sostituiscano il linguaggio della sopraffazione. Il gesto di Torino è il sintomo di un vuoto educativo che va colmato con investimenti culturali, psicologici e sociali, non con la rassegnazione.
Il Coordinamento ribadisce la necessità di un patto educativo che coinvolga famiglie, istituzioni e studenti in un percorso comune di responsabilità. Occorre ripensare le dinamiche scolastiche come esperienze di cittadinanza attiva e di empatia, non come contesti di giudizio o di sfida.
Serve un impegno costante per promuovere una cultura della parola, del confronto e della cura, affinché i ragazzi comprendano che il rispetto non si impone con la paura, ma si costruisce con l’esempio. Il CNDDU propone di dedicare momenti di riflessione nelle scuole italiane su questo episodio, affinché diventi occasione di crescita collettiva e non di ulteriore sfiducia.
Solo attraverso un’alleanza tra scuola, famiglia e società civile sarà possibile ricostruire il tessuto morale e relazionale indispensabile per una comunità autenticamente democratica e pacifica.
prof. Romano Pesavento, presidente CNDDU