PNRR e scuola, bilancio di fine anno: tra opportunità colte e criticità

Il PNRR chiude l’anno scolastico 2024/2025 con centinaia di corsi nelle scuole: tra opportunità, sovraccarico organizzativo e dubbi sull’efficacia.

31 maggio 2025 08:15
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Con la conclusione dell’anno scolastico 2024/2025, nelle scuole italiane si chiude anche una stagione senza precedenti di attività legate al PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza). Un’autentica bulimia formativa ha invaso gli istituti scolastici, con centinaia di corsi attivati in ogni singola scuola, rivolti a studenti, docenti e personale scolastico. Un fenomeno epocale per intensità, numero di iniziative e impatto sulle risorse pubbliche, ma che solleva dubbi sulla reale efficacia e sulla sostenibilità di tale approccio nel lungo termine.

PNRR e percorsi STEM: l’impegno delle scuole per gli studenti

L’intensa attività didattica e formativa nasce da una precisa strategia ministeriale: accelerare l’innovazione, colmare i ritardi strutturali e digitali del sistema scolastico e affrontare le criticità che da anni affliggono gli apprendimenti. Il Decreto Ministeriale del 12 aprile 2023, n. 65, ha previsto un investimento straordinario di 600 milioni di euro per potenziare le competenze STEM e multilingue tra gli studenti. L’obiettivo era ambizioso: integrare nei curricula scolastici attività, metodologie e contenuti orientati allo sviluppo di abilità scientifiche, tecnologiche, linguistiche e digitali. In questa cornice, le scuole hanno dato vita a centinaia di progetti, talvolta ripetitivi, pur di utilizzare appieno i fondi disponibili.

Scuola e formazione docenti: tra crescita professionale e sovraccarico

A confermare la portata degli interventi si aggiungono i 150 milioni di euro destinati ai corsi per il potenziamento linguistico e metodologico dei docenti. Anche qui, la scuola è stata travolta da una mole significativa di attività formative, con webinar, incontri in presenza e piattaforme didattiche. L’intento era migliorare le competenze professionali e allinearle agli standard europei, ma la quantità elevata di corsi concentrati in pochi mesi ha generato affaticamento e dubbi sull’efficacia reale di questo modello.

La sfida digitale del PNRR nella scuola italiana

Sul fronte della transizione digitale, il PNRR ha previsto altri 450 milioni di euro per la didattica digitale integrata. Le scuole statali, trasformate in snodi locali per la formazione del personale, hanno gestito un numero impressionante di percorsi formativi rivolti a dirigenti, docenti, ATA e amministrativi. I corsi, ispirati ai quadri DigComp 2.2 e DigCompEdu, dovevano promuovere l’innovazione tecnologica nella didattica e nell’organizzazione scolastica. Tuttavia, in molte realtà, l’adesione massiva ai progetti ha messo alla prova la tenuta organizzativa e la reale efficacia dei percorsi.

Gestione dei corsi e pressione amministrativa sulle scuole

La piattaforma “Futura”, cuore amministrativo del PNRR, ha sostenuto il carico gestionale imponente generato da centinaia di corsi per ogni istituto. In particolare, molte scuole, con personale limitato e strutture non sempre adeguate, hanno affrontato grandi difficoltà operative, dovendo coinvolgere tutor, formatori e figure amministrative per rispettare le scadenze e rendicontare tutte le attività. Alcuni istituti dichiarano di aver gestito fino a 180 corsi in un solo anno: numeri che sollevano interrogativi sulla sostenibilità di questo modello.

Scuola verso la scadenza: corsa contro il tempo per chiudere i progetti PNRR

Le proroghe concesse fino al 5 giugno 2025 per la conclusione dei corsi di orientamento STEM e di formazione linguistica per i docenti riflettono la difficoltà concreta nel rispettare tutte le scadenze. Nonostante le opportunità offerte, l’accumulo di corsi ha messo in evidenza i limiti organizzativi di molte scuole. La sfida ora è trasformare la straordinaria stagione del PNRR in un cambiamento duraturo e strutturale. Altrimenti, quanto fatto rischia di restare un esercizio di quantità più che di qualità.