Riconferma supplenti sostegno: la richiesta delle famiglie entra negli interpelli 2025/26
La riconferma dei supplenti di sostegno su richiesta della famiglia entra negli interpelli 2025/26, affiancando titoli e servizio pregresso.
                                                            Per l’a.s. 2025/26, la norma che consente la riconferma dei docenti di sostegno su richiesta della famiglia fa capolino anche negli interpelli. Le scuole, alle prese con carenze di personale qualificato, introducono tra i criteri di selezione il parere positivo delle famiglie, accanto a titoli e servizi pregressi.
Nominati 48.500 docenti di sostegno e il ruolo della conferma familiare
Entro il 31 agosto 2025 sono stati nominati 48.500 docenti sul posto di sostegno già occupato nel 2024/25, pari al 41% dei supplenti su questa tipologia di incarico. La norma prevista dall’art. 8 comma 2 del DL 71/2024 permette la riconferma su richiesta delle famiglie, ma al momento la validità è limitata al solo anno scolastico 2025/26. Il principio di continuità didattica, introdotto con il DM n. 32/2025, rappresenta un primo passo verso un sistema più stabile, ma la sua applicazione futura resta da definire.
Le scuole italiane, soprattutto in Lombardia e Piemonte, stanno pubblicando centinaia di interpelli per posti di sostegno, necessari per coprire le assenze derivanti dall’esaurimento delle GPS e delle graduatorie d’istituto. In questo contesto, il criterio della riconferma su richiesta della famiglia emerge come elemento aggiuntivo nella scelta dei supplenti, garantendo continuità educativa e soddisfazione delle esigenze dei bambini con disabilità.
Interpelli e criteri di selezione
L’interpello è l’avviso nazionale previsto dall’art. 13 comma 23 dell’OM n. 88/2024, rivolto agli Uffici Scolastici per reperire docenti abilitati o specializzati sul sostegno. In assenza di candidati con titoli specifici, la supplenza può essere attribuita anche a chi non possiede la specializzazione, soprattutto per infanzia e primaria.
Le scuole stilano graduatorie interne che seguono criteri chiari: priorità a chi ha titoli di abilitazione, laurea in Scienze della formazione primaria, iscrizione avanzata al corso di laurea con CFU acquisiti, oppure lauree affini in psicologia, scienze dell’educazione o discipline umanistiche. A parità di requisiti, viene considerato il servizio pregresso presso la stessa scuola e, in alcune istituzioni, il parere positivo delle famiglie per la riconferma del docente sullo stesso alunno.
Esempi concreti mostrano come alcune scuole mantengano il principio della continuità familiare: in un istituto mantovano, il regolamento prevede che la conferma sia possibile solo se il dirigente scolastico valuta positivamente la richiesta della famiglia. A Milano, questo criterio può precedere addirittura l’esperienza pregressa nella scuola o titoli di studio affini.
Implicazioni per la continuità didattica e il futuro della norma
L’introduzione della richiesta familiare negli interpelli rappresenta un cambiamento significativo nella gestione delle supplenze sul sostegno. Non solo garantisce continuità educativa, ma valorizza il rapporto tra alunno, docente e famiglia, integrandosi con i criteri tradizionali basati su titoli e anzianità di servizio.
Tuttavia, il principio resta subordinato al reperimento di docenti qualificati e non sostituisce la necessità di un personale stabile e specializzato. L’applicazione della norma oltre l’a.s. 2025/26 richiederà ulteriori riflessioni e valutazioni sulle implicazioni per il sistema scolastico, con un possibile ampliamento della continuità didattica anche negli anni successivi.
Il quadro attuale degli interpelli 2025/26 dimostra come la scuola italiana cerchi di coniugare l’urgenza del fabbisogno di personale con la valorizzazione della relazione educativa e il rispetto delle richieste delle famiglie, aprendo la strada a un modello di selezione più equo e mirato.