Ricostruzione di carriera: tempistiche e nuove 'regole penalizzanti', cosa c'è da sapere
Ricostruzione di carriera scuola: scadenza il 31 dicembre. Analisi delle nuove regole penalizzanti per il calcolo dell'anzianità e le scadenze da rispettare.
Ecco le scadenze e le nuove regole per la ricostruzione di carriera del personale scolastico. Entro il 31 dicembre 2025 va presentata l'istanza per l'inquadramento stipendiale. Attenzione alle nuove regole in vigore dal 2022, che hanno introdotto un calcolo dell'anzianità di servizio considerato penalizzante, modificando il riconoscimento degli anni pre-ruolo.
Modalità e scadenze per la domanda di ricostruzione di carriera
La scadenza per il personale scolastico è fissata al 31 dicembre 2025. Entro questa data va presentata la domanda di ricostruzione carriera, un passaggio essenziale per l'inquadramento definitivo nelle fasce stipendiali che determinano la progressione salariale. La procedura è esclusivamente telematica e va completata sul portale Istanze OnLine del Ministero. Rispettare questo termine perentorio è fondamentale per ottenere il corretto calcolo della retribuzione basata sull'anzianità maturata, inclusi gli anni di precariato. La carriera nel settore scuola, spesso preceduta da un lungo servizio a tempo determinato, rende questo riconoscimento un diritto cruciale. Mancare la scadenza può comportare ritardi significativi nell'adeguamento stipendiale e nella progressione di carriera.
Le nuove regole penalizzanti dal 2022
Dal 1° gennaio 2022, la normativa per i docenti è cambiata radicalmente, introducendo un sistema di calcolo dell'anzianità considerato penalizzante. È importante sottolineare che il personale ATA resta invece ancorato alle regole precedenti, più favorevoli. Fino al 2021, un anno di servizio era riconosciuto per intero se prestato per almeno 180 giorni. Ora, invece, si applica un minuzioso computo giornaliero di tutti i servizi svolti. Sebbene più precisa in apparenza, questa metodologia di calcolo riduce drasticamente il punteggio di anzianità finale. Ad esempio, un docente con dieci contratti pre-ruolo da 180 giorni (1800 giorni totali) oggi si vede riconoscere circa cinque anni, contro gli otto anni che avrebbe ottenuto con il vecchio e più vantaggioso sistema.
Prescrizione dei diritti e servizio estero
È essenziale agire con tempestività per non vedere svanire i propri diritti acquisiti. La legge, infatti, prevede termini di prescrizione molto stringenti e non derogabili. Se non si presenta la domanda entro cinque anni dal superamento dell'anno di prova, si perdono irrimediabilmente tutti gli arretrati economici maturati. Trascorsi dieci anni, la situazione si aggrava ulteriormente e si perde persino il diritto al riconoscimento giuridico degli anni di servizio pre-ruolo. Un'altra questione delicata riguarda le maggiorazioni per il servizio svolto nelle scuole italiane all'estero. Una legge del 2017 ha abolito i bonus che incrementavano l'anzianità, generando incertezze e spingendo molti docenti a intraprendere ricorsi amministrativi per tutelare la propria posizione.