Rinnovo contratto scuola: sul tavolo i 240mln per gli aumenti 'una tantum'
Novità sul rinnovo del contratto scuola: 240 milioni una tantum per gli stipendi. Prossima riunione il 24 settembre. Dettagli su fondi e trattative.
Il 24 settembre si terrà un incontro decisivo (almeno si spera) per il rinnovo del contratto scuola 2022/24. Sul tavolo negoziale una novità importante: 240 milioni di euro stanziati dal governo come misura una tantum per gli aumenti stipendiali. La misura interesserà oltre un milione di dipendenti del comparto Istruzione e Ricerca, tra docenti e personale ATA, in attesa di un accordo definitivo e strutturale.
I dettagli sulla misura una tantum varata dal governo
Il prossimo incontro per il rinnovo del CCNL Istruzione e Ricerca è fissato per il 24 settembre alle ore 11:00. L'elemento centrale della discussione sarà lo stanziamento straordinario di 240 milioni di euro, definito dal Ministro Valditara come una misura "una tantum, ma molto importante". Queste risorse economiche confluiranno direttamente negli stipendi di docenti e personale ATA. La bozza del decreto attuativo chiarisce la provenienza dei fondi: una parte deriva dal posticipo al biennio 2026/2027 del nuovo ordinamento professionale ATA, liberando così risorse già accantonate. Si aggiungono poi contributi specifici dal Fondo per la valorizzazione del sistema scolastico.
Rinnovo contratto scuola: aumenti medi e piano pluriennale
L'impatto di queste risorse si traduce in aumenti medi lordi mensili stimati intorno ai 140 euro. Le cifre variano in base ai profili professionali, con circa 130 euro per il personale ATA e 150 euro per i docenti. Nel frattempo, resta attiva l'indennità di vacanza contrattuale (IVC), concepita come un anticipo in attesa della firma definitiva, il cui orizzonte temporale sembra slittare al 2026. La Legge di Bilancio 2025 programma inoltre i futuri rinnovi con stanziamenti crescenti: 1,7 miliardi nel 2025, oltre 3,5 nel 2026 e 5,5 miliardi annui dal 2027. Il decreto prevede anche incrementi strutturali a lungo termine.
La posizione dei sindacati
Le organizzazioni sindacali esprimono forti perplessità. Secondo le loro stime, gli aumenti proposti garantirebbero un recupero del potere d'acquisto di circa il 6%, a fronte di un'inflazione cumulata che dal 2021 sfiora il 18%. La CGIL ha criticato la manovra, chiedendo investimenti aggiuntivi per un adeguato rinnovo del CCNL e sottolineando come il comparto Istruzione e Ricerca rimanga tra i meno remunerati della Pubblica Amministrazione. La trattativa resta aperta, con il governo che punta a chiudere l'intesa garantendo per il triennio 2025-2027 un aumento complessivo del 13%, mantenendo aperto il dialogo con le sigle sindacali.