Salute mentale: 7 giovani su 10 chiedono uno psicologo

7 giovani su 10 desiderano uno psicologo, ma solo 1 su 3 accede ai servizi: l’Indice Well-Fare 2025 segnala criticità nella salute mentale.

10 ottobre 2025 18:48
Salute mentale: 7 giovani su 10 chiedono uno psicologo - Psicologo di base
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La nuova indagine Indice di Well-Fare 2025, promossa dal Consiglio Nazionale dei Giovani con il supporto scientifico di EURES, rivela un quadro preoccupante sulla salute mentale dei giovani italiani. Ben 7 su 10 sentono il bisogno di un aiuto psicologico, ma solo 1 su 3 riesce a riceverlo. Costi elevati, scarsa offerta pubblica e burocrazia restano gli ostacoli principali, creando un divario crescente tra domanda e accesso ai servizi di benessere psicologico.

Il bisogno crescente di supporto psicologico

Secondo i dati dell’Indice di Well-Fare 2025, il 70,4% dei giovani tra i 15 e i 35 anni ha percepito la necessità di rivolgersi a uno psicologo, ma solo il 32,2% è riuscito ad accedere effettivamente al servizio. Le ragioni principali di questa disparità riguardano i costi troppo alti, la mancanza di strutture pubbliche e la difficoltà nel reperire professionisti disponibili. Un ulteriore 27,8% afferma di aver bisogno di aiuto ma di non aver ancora intrapreso alcun percorso, segno di un malessere diffuso e latente.

L’indagine mostra anche come il benessere psicologico sia uno dei punti più critici per la generazione Z e i giovani adulti, con un indice complessivo di 68,5 su 100, in lieve miglioramento rispetto al 2024 ma ancora distante dai livelli di equilibrio auspicabili. La gestione delle emozioni, la stabilità lavorativa e le incertezze economiche continuano a influenzare in modo diretto la salute mentale, soprattutto tra i più giovani.

Barriere economiche e sociali ancora forti

Il problema dell’accesso alla cura psicologica è aggravato dalle disuguaglianze economiche e territoriali. Secondo il report MINDEX 2025, oltre il 57% di chi rinuncia al supporto psicologico lo fa per motivi economici, mentre un’altra parte segnala lunghi tempi di attesa nei servizi pubblici. Inoltre, la stigmatizzazione del disagio mentale resta un freno importante: solo il 16% degli under 50 ritiene che oggi se ne parli liberamente.

A livello nazionale, le risorse destinate alla salute mentale pubblica restano limitate, con una spesa inferiore alla media europea. Ciò rende difficile garantire un supporto psicologico accessibile e continuativo, specialmente nelle scuole e nelle università, dove il disagio giovanile è più visibile. Gli esperti sottolineano l’urgenza di rafforzare i programmi di prevenzione, promuovere una cultura del benessere emotivo e ampliare l’accesso agli psicologi anche tramite il sistema sanitario.


I dati dell’Indice di Well-Fare 2025 confermano che la salute mentale dei giovani italiani è un’emergenza silenziosa. Il desiderio di ricevere un aiuto psicologico è alto, ma l’accesso resta limitato da costi e burocrazia. Investire nella prevenzione e nel benessere psicologico significa investire nel futuro, riducendo il rischio di disagio cronico e migliorando la qualità della vita delle nuove generazioni. Servono politiche strutturali che rendano la cura della mente un diritto, non un privilegio.

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